lunedì 31 maggio 2010

Pensieri a raffica....


È da un bel pezzo che non scrivo su questo blog, da novembre dell’anno scorso circa, è passato un po’ di tempo e sono successe un sacco di cose, piccole o grandi, belle o brutte non importa, sono successe e ora appartengono alla mia storia, alla mia vita.

Torno a scrivere in un attimo di pace, in una giornata soleggiata ma appena rinfrescata da un temporale quasi tropicale. Scrivo dall’ufficio in un momento di pausa verso fine serata (sono le 18.10), e ho molte cose che girano per la testa, molti pensieri che tengono occupati i miei giorni, e mettermi davanti a questo foglio bianco mi permette di non pensare, di calmare il mio respiro.

Non ho più scritto da 7 mesi a questa parte principalmente per un senso di sconforto generale, che non definirei negatività, ma semplicemente realtà. Perché più cerchi la verità più capisci che questo mondo, questa società ci sta ingannando, ci sta conducendo dove solo alcuni vogliono, ci sta portando allo stremo delle forze e ci sta togliendo pian piano le nostre libertà.

Guardo la tv, leggo i giornali e vedo le menzogne, la superficialità di un schiera sempre crescente di giornalisti, sempre pronti a riportare le parole del potente di turno, invece che analizzarle e spiegarle a noi. Vedo un sistema sociale che ci fa vivere una falsa democrazia, in una falsa idea di libertà personale.

In questi sette mesi di “silenzio” ho semplicemente voluto ascoltare, leggere altre fonti (i blog sono diventati la mia fonte principale per i piccoli e grandi temi), pensare al di fuori del chi ha detto cosa, e prendere il fatto per quello che era.

E al di là di quello che posso aver o meno capito (c’è un proverbio che dice: “appena hai imparato una cosa, dimenticala”) ho scoperto una cosa nelle persone che conosco e frequento, ovvero che pochissime sono pronte al cambiamento, pochissime si pongono come problema il futuro prossimo, pochissime sanno cosa significa questa crisi che stiamo vivendo.

E le cifre (che personalmente non mi piacciono ma a volte spiegano bene il concetto) lo confermano, l’80% degli italiani si informa solo dalla televisione, e la televisione è sostanzialmente un sogno dove la pubblicità non vede un prodotto, ma una idea, una utopia e dove l’informazione è completamente asservita alla politica e alle grandi lobby (bancarie, farmaceutiche e militari).

A chi interessa la crisi dell’acqua se gli scaffali dei supermercati sono strapieni di confezioni di acqua in bottiglia, chi se ne frega della crisi alimentare nel mondo se abbiamo cibo ovunque, chi se ne frega se il biodiesel è fatto con soia e altri prodotti che potrebbero sfamare milioni di persone? Tra i giovani a chi interessa la crisi del lavoro fino a che sono mamma e papà a pagare (non per tutti ovviamente, ci sono un sacco di ragazzi che fanno i salti mortali).

Sto mettendo li un sacco di argomenti, ma non per confusione, ma perché ognuno è intrecciato con un altro, ognuno riguarda il nostro futuro, e ripeto non sono pessimista ma semplicemente vedo e percepisco questo modello socio-economico come sbagliato, percepisco il governo e la politica come una grande truffa, come un sistema autoreferenziato dove se sei dentro vivi in prima classe, ma se sei fuori ti tocca viaggiare in piedi e senza aria condizionata.

Mio papà l’altro giorno mi ha girato una mail che parlava della auto elettriche e ad acqua già esistenti da almeno 10, comperate ad esempio da diverse contee californiane e poi sparite dal mercato in maniera misteriosa (ma non troppo). Allora dov’è il cambiamento, dov’è il progresso tanto sbandierato dai nostri partititi e dalla nostra classe dirigente se dopo 10 anni ci ritroviamo con macchine enormi che inquinano e consumano come dei camion? E noi ancora a farci prendere in giro con le “domeniche a piedi” con tanta gente che gira le strade libere da macchine ma sempre inquinate. Per farvi un esempio molto recente, alle ultime elezioni regionali, tutti (e dico tutti) i candidati ci dicevano che il Veneto è una grandissima regione, immersa nel benessere e nella ricchezza (materiale), che è il modello economico da seguire per il futuro e che si deve trasformare la nostra regione in una area metropolitana. Ma quello che molti non dicono è che la nostra regione è tra le zone d’Europa più importanti per giacimenti di acqua, ma siamo pure una delle zone più inquinate di tutto il vecchio continente. Qualcuno si è fatto questa domanda e ha provato a cercare una soluzione? Dove sta la nostra grandezza se stiamo distruggendo il nostro ambiente?

Ogni volta, e specialmente in questo periodo di grave crisi economica, si sente parlare di cambiamento, di uscita dalla crisi, di risanamento, di futuro, ma tutte queste parole indicano un cambiamento in meglio per chi il potere già ce l’ha e un cambiamento in peggio per i più deboli e le masse.Malcom X diceva correttamente che quando rivendichiamo i nostri diritti e le nostre libertà lo facciamo sotto la protezione della legge e della Carta Costituzionale. Ed è così anche per noi in Italia. La Costituzione ci garantisce un lavoro equo, ci garantisce che tutti gli uomini sono uguali, ci garantisce una giustizia equa, ci garantisce la sovranità popolare. Ma la realtà è ben diversa e lo sappiamo tutti, il lavoro è sempre meno e sempre più precario e sotto pagato, le persone hanno un trattamento diverso se sono di colore o se hanno un credo diverso da quello cristiano, la giustizia non è equa ne veloce e la sovranità popolare ce la siamo fatta rubare da sotto il naso. Cosa ci blocca nel volere vedere questi nostri diritti rispettati? Cosa ci blocca nel sentirci tutti uniti per smascherare questi imbrogli? Sono convinto e non sono ovviamente il primo a dirlo che il cambiamento debba partire dal basso, debba pervadere le persone. Un cambiamento che parte dalla punta della piramide necessariamente escludere milioni e milioni di persone, come già è in questo momento in tutto il mondo.

Questa nostra economia, questa nostra società è come un treno in corsa lanciato verso un muro, e la scelta è tra buttarsi dal treno in corsa sperando di farci il meno male possibile, oppure rimanere sul treno destinato a schiantarsi a fine corsa.

Non ho verità, e non ho la mappa per la terra promessa, ma solo idee, solo possibilità, ma conoscere i nostri tempi e comprenderli senza farne un discorso di destra o sinistra è fondamentale per affrontare il futuro in maniera diversa, abbandonando questo sistema iniquo e per nulla democratico.

venerdì 28 maggio 2010

Quanto attuale è Malcom X

Dopo 7 mesi di silenzio riapro il blog, semplicemente citando un discorso fatto più di 40 anni fa da Malcom X, qualsiasi commento è ovviamente ben accetto.


La scheda o il fucile

«[…] No, io non sono americano. Sono uno dei ventidue milioni di uomini dalla pelle nera che sono vittime dell’americanismo, uno dei ventidue milioni di vittime della democrazia che non è altro che un’ipocrisia travestita. Non vengo qui a parlarvi da americano, da patriota, non sono uno che saluta la bandiera o che la tira fuori ad ogni occasione, no! Io vi parlo da vittima del sistema americano; vedo l’America con gli occhi della vittima e non riesco a vedere nessun sogno americano. Quello che vedo è un incubo americano. […] la scelta è oggi tra la scheda e il fucile. La scheda o il fucile, vi ripeto. Se avete paura di servirvi di questa espressione, ebbene tornatevene in campagna, nel campo di cotone, oppure in qualche vicolo buio dei bassifondi. […] è proprio il governo, il governo degli Stati Uniti, il responsabile dell’oppressione, dello sfruttamento e della degradazione del popolo nero in questo paese. […] c’è un nuovo modo di affrontare i problemi che si sta facendo strada, un nuovo modo di pensare e una nuova strategia. Questo mese saranno le bottiglie Molotov, il prossimo le bombe a mano e il prossimo ancora qualche altra cosa. Ci saranno o le schede o i fucili, o la libertà o la morte. L’unica differenza, però, tra questa e l’altra morte è che sarà reciproca. […] normalmente non ho a che fare con gente importante, ma solo con persone comuni. Credo che si possano mettere insieme tante di queste persone comuni e spazzar via tanti di quei personaggi importanti. Quelli non hanno nulla da perdere e nulla da guadagnare e te lo dicono subito che per ballare il tango bisogna essere in due e quando si muove l’uno anche l’altro è costretto a muoversi. […] È giusto cercare di assicurarsi diritti civili se essi significano uguaglianza di opportunità perché noi non cerchiamo di fare altro che riscuotere gli interessi dei nostri investimenti. I nostri padri e le nostre madri hanno investito in questo paese il loro sudore e il loro sangue […] Questo è il nostro investimento, il nostro contributo, il nostro sangue perché non soltanto noi abbiamo dato loro gratuitamente la nostra fatica, ma anche il nostro sangue. Tutte le volte che l’uomo bianco chiamava il paese alla guerra, noi siamo stati i primi a indossare l’uniforme e a morire su tutti i campi di battaglia. Il nostro sacrificio è stato più grande di quelli compiuti da chi oggi gode di una posizione di privilegio in America. Il nostro contributo è stato più grande ma in cambio abbiamo ricevuto meno di tutti. […] Cercate di capire che quando volete ottenere ciò che vi appartiene, chiunque vi privi di tale diritto è un criminale. Quando volete ottenere ciò che è vostro, siete nel pieno diritto di esigerlo e chiunque cerca di privarvene infrange la legge ed è un criminale. Questo principio fu indicato chiaramente nella sentenza della Corte Suprema che dichiarava illegale la segregazione. Ciò vuol dire che si tratta di un comportamento contrario alla legge, che il segregazionista viola la legge e quindi è un criminale. Non c’è altro modo per definirlo e quando voi dimostrate contro la segregazione, siete dalla parte della legge e la Corte Suprema è con voi.

Ora, chi è che si oppone a voi quando volete far applicare la legge? La polizia, con i suoi cani e i suoi manganelli. Quando voi dimostrate contro la segregazione, sia che si tratti delle scuole, delle zone residenziali o di qualsiasi altra cosa, avete la legge dalla vostra parte e coloro che vi si oppongono non la rappresentano più, ma anzi la violano e quindi non sono più suoi rappresentanti. […] Se non sarete capaci di agire con fermezza, i vostri figli cresceranno «vergognandosi» di voi: se non assumete un atteggiamento deciso. Con ciò non voglio dire che dovete essere violenti, ma al tempo stesso che non dovete mai essere non violenti a meno che non incontriate chi si comporta pacificamente. Io sono non violento con quelli che lo sono con me, ma quando qualcuno usa la violenza nei miei confronti, allora è come se impazzissi e non sono più responsabile delle mie azioni. […] Quando sapete di non infrangere la legge, di battervi per i vostri diritti legali e morali, secondo giustizia, allora sappiate morire per quello in cui credete. Ma non morite soli, fate che la vostra morte sia reciproca. Questo è quello che s’intende per uguaglianza. Occhio per occhio, dente per dente. […] Il mondo deve sapere che le mani di questa società grondano sangue. Il mondo deve sapere quanto è grande la sua ipocrisia. La scelta sia dunque tra la scheda e il fucile. L’America sappia dunque che l’unica alternativa è quella fra la scheda e il fucile.»