mercoledì 30 maggio 2012

Terremoto e salvataggio delle banche. Esiste un legame?

Terremoti e banche. Parlo di questo oggi e il nesso è strettissimo, anzi direi vitale per tutte quelle persone che in questi giorni in Emilia hanno visto morire mariti, mogli e giovani, hanno perso il lavoro, la casa e ora sono quasi completamente abbandonati. Spiego velocemente lo schema che vedete sopra. Il riquadro rosso mostra le attività delle banche italiane fino a febbraio 2012. Ovvero 4.100 miliardi di euro, non proprio le monetiche che vi trovate nelle tasche, ma valanghe di miliardi di euro. La suddivisione è di per se facile da comprendere. Il quadratino viola invece mostra le “sofferenze”, ovvero di debiti verso l’Eurosistema (alias la Banca Centrale Europea). Vedete come i debiti verso la BCE passano da 43 miliardi a febbraio 2011, ai 202 di febbraio 2012. E cosa è questo debito in aumento? È moneta sonante creata dal nulla dalla BCE e iniettata nei conti correnti delle banche italiane. Per mesi, tv, giornali, politici, tecnici hanno urlato che si dovevano salvare le banche altrimenti saremmo falliti tutti, sarebbe fallito l’euro e ci sarebbero stati milioni di persone nella povertà più nera. Premesso che queste 3 cose che vi ho detto sono una più falsa dell’altra ma sorvoliamo altrimenti servirebbe un libro, com’è sta storia che banche con 4.000 miliardi di attività, falliscono se la BCE non gli da subito 200 miliardi di liquidità? Ehhmmmm…..mmmm….eee…coooff…coooofffff…uuuhhhmmmmm. Ok, avete scoperto l’inganno, quei soldi non servivano a nulla, non servivano per salvare nulla, eravamo già salvi. Ma allora perché glieli han messi li ad un tasso dell’1% (provate voi ad andare in banca a chiedere un prestito all’1%, vi ridono dietro). Quei soldini sono serviti esclusivamente alle banche per comprare titoli del debito pubblico italiano ed estero per non far fallire l’Italia. In questo gioco ci han guadagnato valanghe di soldi le banche (prestito all’1%, titoli di Stato al 5-6%, un affarone). Quei soldi non sono serviti per salvare le banche, ma per salvare l’Italia dalla bancarotta. Perché ci siamo ridotti così? Andate a chiederlo ai maghi che han creato l’euro e chiedetegli come siano riusciti a imporci una moneta straniera non sovrana. Per semplificare la lettura, guardate le ultime due colonne, ovvero le variazioni tra novembre 2011 e febbraio 2012. Calano i prestiti a famiglie e imprese, aumentano i titoli del debito pubblico e le “Altre Attività” (cosa c’è dentro quel calderone? Speculazione? Investimenti azzardati? Immobili?). Le banche quindi con soldi creati dal nulla (debito fondamentalmente) hanno acquistato debito pubblico italiano e continuato nella speculazione. Il sistema è perverso, la BCE da i soldi alle banche private, le banche private acquistato titoli del debito pubblico perché hanno un tasso di interesse elevato (5-6%), le banche quindi con soldi nuovi non finanziano mai o quasi mai il settore produttivo e le famiglie (una impresa difficilmente cresce più velocemente di tassi di interesse del debito pubblico). Lo Stato a sua volta continua ad indebitarsi a tassi sempre più alti, il debito cresce, bisogna aumentare le tasse e tagliare la spesa pubblica per evitare il default. La speculazione finanziaria poi toglie le risorse all’economia reale per far aumentare i compensi dei manager, aumentare i dividendi dei soci. Lasciando perdere le implicazioni sociali, politiche ed economiche di questo piano mostruoso, cosa centra il terremoto in Emilia? Bè, direi che se la BCE crea moneta dal nulla (come fa qualsiasi altra banca centrale al mondo, questo non è un complotto oscuro per tenerci schiavi eh) per “salvare” le banche, perché non può dare moneta fresca in quantità praticamente illimitata per ricostruire paesi, garantire il lavoro a chi lo ha perso, rifare infrastrutture ecc. ecc? Bè, questa è politica signori, ovvero il mancato finanziamento da parte della BCE per le calamità naturali è una scelta politica. E chi ci starà mai a capo della BCE? Mario Draghi. A casa mia si dice che 1+1 fa sempre 2, che non ci si grattano i capelli se non prudono, che non si balla se non si sente la musica. Io qui spero di avervi spiegato come 1+1 fa sempre 2. La creazione di moneta per salvare le banche e quella per salvare le persone, ha lo stesso meccanismo, quindi è solo questione di scelta, di volontà. Nessun limite tecnico. E poi veniamo noi, che ignoriamo questi meccanismi, che ci incazziamo a morte se non vengono dati 2-3 milioni di euro presi dai festeggiamenti del 2 giugno. Giusto incazzarsi, ma anche qui è come guardare lo stagno dalla superficie e voler capire quanto è fondo. Ci devi mettere la mano dentro, e allora scoprirai che i 2-3-5-10 milioni sono solo la superficie del problema, quando in realtà potremmo tirar fuori dal nulla 10 miliardi di euro e ricostruire tutto senza problemi. Provare per credere

lunedì 21 maggio 2012

E se stessimo sbagliano tutto?

E se stessimo sbagliando tutto? E se non fossimo in grado di leggere quello che ci circonda, i segnali che ci arrivano? Se non fossimo in grado di trovare una vera alternativa? Quale futuro ci sarebbe per noi, per i nostri figli, per il nostro ecosistema e addirittura per il nostro pianeta Terra? Ho avuto la settimana scorsa uno scambio di opinioni con il mio amico Pippo proprio su questi temi. La sua domanda riassumendo era questa: “Michele, ma esiste una teoria economica che mette in relazione lo sviluppo/crescita con il consumo del territorio, dell’acqua, delle risorse minerarie ecce cc?”. Non che io sia il miglior interlocutore ma (Matteo vienimi in aiuto se dico cazzate eh) potrei dire qua che esiste pochissima (se non zero) letteratura economica che metta assieme ad esempio l’inflazione con gli effetti sul clima, o le esportazioni con l’effetto sulle risorse minerarie. Ci sono sicuramente teorie e pratiche che parlano di sostenibilità, di decrescita e altro, ma credo che ci sia poco o nulla che parli di: “Come facciamo a non scannarci tutti per il petrolio?” Pippo mi diceva: “Non si tratta di consumare meno, già adesso la Terra non riesce a starci dietro in quanto a consumo di risorse, intendo proprio come evitare di distruggere tutto!!”. Qualcuno che sa rispondere? Silenzio in sala, vero? Siamo tutti bravi a scaldarci sulla Lega, su Renzi, sul PD, sulla Juve, sul vicino di casa che rompe, tutti bravi a scendere in piazza a chiedere: “LAVORO!”. Non vi posso ripetere tutto daccapo ma se leggete gli ultimi post, il sottoscritto (e non solo io per fortuna) vi sta dicendo da un po’ di tempo che ci dobbiamo riprendere la nostra sovranità, monetaria, legislativa e fiscale. Bene Michele, ma questo cosa centra con lo sviluppo e il consumo di risorse? Faccio presto, rapido e indolore. Il concetto è questo: uno Stato sovrano può decidere la sua moneta, quindi il livello dei prezzi che circolano in quella nazione (per i bisogni primari almeno), decidere quindi anche il costo e la quantità di lavoro necessaria. Lo Stato sovrano DEVE indebitarsi (con se stesso) per creare benessere per i cittadini, ovvero buona sanità, buona scuola pubblica e buone infrastrutture. Attenzione, non parlo di ricchezza, parlo di benessere. Detto questo quindi, uno Stato sovrano può decidere in autonomia come strutturare il suo apparato produttivo. Esempio, quanto lavorare? Esiste una teoria economica che ci impone di lavorare 8 ore al giorno per 5-6 giorni? Aspetta, guarda la forse su quel libro enorme in salotto….ah no no, quelle sono le ricette di Suor Germana, niente!! C’è una teoria che ci dice che dobbiamo usare la farsa del biodiesel? Eh ma Michele, è il libero mercato, così si crea concorrenza e i prezzi si abbassano!! Si difatti, la benzina adesso la dan via in omaggio assieme alle mozzarelle. Esiste una teoria economica che ci impone di consumare sempre di più per “far girare l’economia?”. Eh ma Michele, senza crescita siam finiti, non c’è alternativa (Ah la T.I.N.A che gran donna, per chi non conoscesse T.I.N.A=There Is No Alternative, ovvero non c’è alternativa).
Ecco si cresciamo va, che poi nel fiumiciattolo sotto casa mia manco le alghe ci vogliono rimanere più. Sig. Cogno, lei si dimentica il PIL. Dannazione il PIL, come facciamo se il PIL non cresce? Sapete che vi dico, chi se ne frega. Cioè dai, è ridicolo come misuratore di ricchezza. Perché li dentro ci vanno finire gli incidenti stradali, le morti sul lavoro, la cementificazione, l’aumento di consumo di farmaci (ovvero siamo tutti più malati o ci sentiamo di esserlo). Quindi? Quindi faccio un paio di pensierini da bambino delle elementari. Se uno Stato sovrano può decidere quale sia la sua economia, il livello dei suoi prezzi, dei suoi salari e può addirittura decidere quanto sia giusto lavorare (Michele va va, che sei un Comunista che non capisce niente) perché non lo applichiamo, perché non lottiamo assieme per questo? Questa forse è una risposta a quella domanda di Pippo. Decidiamo non tanto di decrescere all’improvviso, decidiamo invece assieme quale sia il massimo di ricchezza accumulabile, decidiamo di calcolare il PIL in maniera diversa, decidiamo di lavorare meno tutti per far lavorare tutti, decidiamo quali lavori incentivare (che ne dite di migliorare il livello scolastico, di cura agli anziani, ai disabili ecce cc) decidiamo che sanità, scuola, infrastrutture, acqua e altri bisogni primari rimangono sotto il controllo pubblico. Meglio ancora, decidiamo quali siano i bisogni primari, che dite? Tiriamo una linea rossa e sotto di quella non si scende, perché il libero mercato, la globalizzazione, l’austerità di Monti non hanno tirato quella linea rossa e stiamo scendendo talmente in basso che non c’è povertà, c’è miseria, e dalla miseria non ti rialzi, perché ti prende dentro, ti toglie l’aria e non ti fa pensare. Da quella piacevole chiacchierata ho capito che dobbiamo coniugare una scelta economica con una scelta ambientale/sociale, altrimenti se applichiamo solo la prima finiremo per consumare il pianeta, se applichiamo solo la seconda rischiamo in questo momento di lasciare indietro un sacco di gente e di farla in ogni caso soffrire. Ora qualcuno potrebbe chiedersi e chiedermi, come facciamo? Eh bravo, io mica ho la lampada di Aladino (anche se mi capita spesso di strofinare qualche vaso sperando esca il mago) ma il fatto certo è che o ci impegniamo a capire queste dinamiche (economiche e ambientali) a studiarle, a divulgarle rischiando in prima persona e coinvolgendo tutti, altrimenti saremo sempre degli schiavi, parleremo sempre per sentito dire. Perché il sistema di potere è complesso, vasto e radicato ovunque. Non lo cambiamo senza lottare per la nostra dignità. Con ogni mezzo necessario.

martedì 1 maggio 2012

Ti va di studiare?

Non è il critico che conta, né l’individuo che indica come l’uomo forte inciampi, o come avrebbe potuto compiere meglio una azione. L’onore spetta all’uomo che realmente sta nell’arena, il cui viso è segnato dalla polvere, dal sudore, dal sangue; che lotta con coraggio; che sbaglia ripetutamente perché non c’è tentativo senza errori e manchevolezze; che lotta effettivamente per raggiungere l’obiettivo; che conosce il grande entusiasmo, la grande dedizione che si spende per una giusta causa; che nella migliore delle ipotesi conosce alla fine il trionfo delle grandi conquiste e che nella peggiore, se fallisce, almeno cade sapendo di aver osato abbastanza, così che il suo posto non sarà mai accanto a quelle anime timide che non conoscono né la vittoria, né la sconfitta. Theodore Roosvelt, 23 aprile 1910 Sorbona, Parigi
È il primo maggio, la festa dei lavoratori. In realtà è quasi il 2 maggio vista l’ora ma poco cambia. Ascoltavo oggi qualche stralcio di comizio dai numerosi palchi in giro per l’Italia. E sai cosa? Niente, non saprei veramente cosa dirti, che sto qui a fare? A commentare la Camusso, o Bonanni, o Napolitano? Tempo perso caro mio, perché quelli che sono saliti sul palco sono lupi travestiti da agnelli, la tv e internet ce li mostrano così, tutti preoccupati per la crescita, il lavoro giovanile, il debito, lo spread. Credi faranno veramente qualcosa? No, sono cazzi tuoi e della tua famiglia. Se guardi bene, se leggi tra le pieghe delle leggi, dei trattati, di chi li propone ti accorgi che saranno cazzi tuoi e poi magari ti diranno che sei un povero sfigato se non ce la fai, se non sei competitivo, se non sacrifichi abbastanza della tua vita per il tuo lavoro. Non sai più per cosa lottare, dimmi la verità, ci capisci qualcosa di tutto questo parlare a vuoto? Per chi lotti, per la politica, per lo Stato? Per il lavoro? Per il futuro dei tuoi figli? Per il tuo benessere? Non sai nemmeno da dove cominciare, sei talmente disorientato che fai fatica a parlare. Se lotti per la politica sei un venduto, se lotti per lo Stato sei un corrotto, se lotti per il lavoro sei un miscredente, se lotti per il tuo benessere e quello dei tuoi figli se un illuso. Ma cosa credi, che potrai vivere come quelli che sono venuti prima? Ma va, non ce n'è più, è finito il bengodi, ora sono solo lacrime e sangue. Ho parlato con un paio di amici recentemente e sai cosa? Gli manca l’aria, si sentono sfiduciati, perdenti, inutili e sfruttati e come molti non sanno per cosa lottare. Non sanno quali sono i confini da difendere! La propria casa? L’azienda? Il Comune? O magari la Regione? Ma ogni volta non è mai abbastanza, vero.?Manca l’aria qui sotto, dove un sacco di gente si muove silenziosa con pesi dentro al petto pesanti come macigni. Manca l’aria perché se manca la speranza è come se il mondo si sgretolasse. Quelli che parlavano oggi dai palchi sembravano marionette, che non sapevano nemmeno l’entità del dramma o per ignoranza o per commistione . In ogni caso sono ai miei occhi dei falsari, personaggi che dovremmo abbandonare sapendo che esiste una alternativa. La loro alternativa è finta, è parziale, è di fatto ridicola. E sai chi è la vera alternativa? Sei te, ma solo se sei disposto a fermarti, a studiare la storia e l’economia, la società, chi comanda e per quali scopi. Come dici? Sono robe da sfigati? Ah si, ma queste robe da sfigati hanno sempre comandato il mondo. Tu sai cosa dice la curva di Phillips? Mette in relazione l’inflazione e la disoccupazione, e dice in sostanza che per avere bassa inflazione bisogna avere alta disoccupazione. E lo sai quale è il mandato principale della BCE? Tenere sotto controllo inflazione. Guarda te un po’. E siccome la in alto non vogliono imbrigliare la finanza speculativa (questa si crea vera inflazione) allora l’unica alternativa è massacrare il lavoro, renderlo raro e mal pagato. E lo sapevi che secondo l’accordo EFSF (si dai, cerca te su google per capire cosa sia sta strana sigla) il governo Italiano deve 35,1 miliardi di euro per il salvataggio della Grecia entro fine anno? E sai perché non ti sei accorto che te li stanno sfilando dalle mutande? Perché hanno messo un pacco di vasellina. Eppure è scritto sull’ultimo DEF (Documento Economico Finanziario) del Governo Monti. L’aumento delle tasse per il rigore e la crescita? Una valanga di balle. E lo sapevi che per i prossimi 20 anni il governo italiano dovrà ridurre il proprio deficit pubblico di circa 40-50 miliardi di euro. 20 anni moltiplicati per 50 miliardi? Sono 1.000 miliardi che dovranno sparire, ovvero ricchezza che verrà tolta alle famiglie, alla sanità, alle imprese, alla scuola, alla ricerca e alla ditta per cui lavori. Allora sai cosa facciamo io e te? Ci mettiamo a studiare, a capire ste strane robe che ti ho detto, a capire cosa è la moneta, cosa è la BCE, cosa è il MES, l’EFSF, l’Europact. Perché chi ha ideato questo sistema non andava in piazza con le bandiere, no caro mio, se ne stava dentro a stanze anonime a studiare, a pensare, a provare, a proporre e poi agiva con una determinazione mai vista prima. Tu mi dirai che è impossibile che ci vogliano tutti più poveri e moribondi. Però te la ricordi la storia che ci insegnavano a scuola? I re, i grandi monarchi, le dinastie, le streghe bruciate vive? Ecco quella Europa comandata da pochi a scapito di milioni di morti di fame rivuole il suo posto nella storia. Dici che sto esagerando? Allora mi spieghi come mai in Grecia 439.000 bambini sono denutriti e malnutriti per colpa della crisi? Vuoi cominciare a studiare?