venerdì 25 gennaio 2013

Monte dei Paschi di Siena e gli scricchiolii dei banchieri

Si odono scricchiolii sinistri dal mondo bancario. C’è una banca messa male, anzi piuttosto male e il panico viaggia veloce, le notizie si faticano a contenere. Mi permetto in questo marasma di porre l’accento su due questioni a mio avviso centrali nella questione Monte dei Paschi di Siena. Non entro nella questione politica, a fine articolo trovate link e informazioni per approfondire la questione, per capire chi nomina chi, chi controlla cosa. A me interessano 2 temi di carattere generale, ma fondamentali per capire l’ipocrisia, le balle che ci vanno raccontando i vari attori di questa saga. Un paio di numeri, MPS ha ricevuto 23 miliardi da Mario Draghi con un tasso all’1% che sono serviti a comperare titoli del debito pubblico italiano al tasso del 5%. MPS ha inoltre ricevuto un prestito (Tremonti-Monti bond) per un importo di 3,9 miliardi al tasso del 9%. L’amministratore delegato Alessandro Profumo è indagato per frode fiscale per un importo di 700 milioni di euro. Mario Monti che ha garantito e avvallato il prestito di 3,9 miliardi (soldi nostri), ai tempi della sua carriere europea era a capo di una commissione (Commissione Santer) dalla quale sono spariti nel nulla 7.000 miliardi delle vecchie lire. Ora, i 3,9 miliardi di euro di soldi dei cittadini italiani ci fanno volenti o nolenti soci di una banca praticamente fallita. Questi continui prestiti permettono a MPS di continuare a fare operazioni sui derivati che l’hanno condotta in questo burrone. Quali sono le questioni che voglio porre? Prima, perché a questi signori è permesso fare di tutto, distruggere l’economia reale, distruggere posti di lavoro, mettere sul lastrico gli imprenditori, giocare con i derivati sapendo che sono prodotti ad altissimo rischio, frodare il fisco, piagnucolare aiuti che noi poi paghiamo carissimo? Perché viene concesso tutto senza che non si sappia mai chi doveva controllare? Perché loro si, e allo Stato no? Perché in Costituzione hanno inserito il pareggio di bilancio quando già da anni lo stato italiano è in forte surplus primario di bilancio (tra i migliori d’Europa)? Perché l’impronta pubblica deve essere dimezzata in 20 anni grazie al Fiscal Compact? Perché è necessario far dimagrire lo Stato, senza porsi una minima domanda sulla capacità distruttiva di certi prodotti finanziari? Seconda questione, perché non nazionalizzare direttamente MPS? Ci costerebbe meno di tutti i prestiti concessi, e soprattutto secondo il Trattato di Maastricht, una volta nazionalizzata una banca internazionale potremmo come stato finanziare la nostra spesa pubblica al tasso di sconto della BCE (oggi allo 0,75%) anziché all’attuale 4,5-5% (pagato sui BOT a 10 anni). Nazionalizzando MPS sistemeremo in poco tempo il problema degli interessi sul debito, liberando risorse enormi per l’economia reale, per la cultura, la scuola, la ricerca, lo sport. Riassumendo, abbiamo un consiglio di amministrazione di MPS che con le sue decisioni ha ridotto il personale, contratto l’accesso al credito, contratto l’economia, messo in crisi le casse statali e praticamente ogni cittadino italiano, eppure il brutto e cattivo è la spesa pubblica che va fatta sparire. Potrebbe il governo nazionalizzare MPS e rimettere in piedi la nostra economia, ma continua a non farlo. Perché? Credo la risposta sia molto semplice, il governo attuale non lavora a favore dei cittadini italiani e non ne difende i diritti. Lavora per qualcun altro, a cui ha detto: “Tranquilli, garantiamo noi i vostri soldi, non perderete un centesimo”. Chi sono questi signori? Oh, facile, chi detiene il nostro debito pubblico sul quale paghiamo miliardi di interessi. http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=11383

giovedì 17 gennaio 2013

I fantasmi del sacrificio e della mancanza di alternativa

Ultimamente mi capita di fermarmi a pensare, specialmente alla sera davanti ad una tazza di thè fumante, al perché stiamo subendo tutto questo. Perché ci facciamo imporre misure economiche che ci impoveriscono, che ci riducono nell’indigenza, che ci fanno vergognare, che ci fanno odiare gli altri, che ci fanno sentire falliti? Ignoranza, sufficienza? Menefreghismo? Chi ce lo fa fare di mantenere in piedi un capitalismo finanziario andato ormai alla deriva e che non rispetta la vita umana? Troppo astratto il concetto? Ok, se vi dicessi che da domani siete obbligati a lavorare 20 ore al giorno per 200 euro al mese voi lo fareste? O rifiutereste facendovi venire qualche dubbio? Questo è quello che vi voglio dire, perché dobbiamo mantenere un gioco che arricchisce pochi, facendo morire di fame milioni di persone, mettendole in una competizione spietata, facendole produrre al di la dei limiti umani, pagandoli un tozzo di pane? Non siete stanchi, non siamo stanchi di subire, di dover rinunciare a felicità, amici, tempo libero, arte, cultura, sport solo per arricchire 4 criminali a capo del sistema finanziario? Ogni tanto me lo chiedo, con la tazza di thè ferma davanti alla bocca: “qual è il motivo di tutta questa sofferenza?” Provo a spiegarlo con il concetto dell’utilità marginale, termine che si trova in economia. Faccio un esempio; un viandante si perde nel deserto, il primo giorno ha 20 litri di acqua per vivere e quei 20 litri lo soddisfano al 100% e ne avanza pure. Man mano che i giorni passi, l’acqua comincia a diminuire fino ad arrivare ad un litro al giorno. Questo litro rimasto per il nostro viandante avrà una utilità altissima, molto più di quando ne aveva 20 litri. Attualizzandolo, significa che in questa crisi economica nella quale ci stanno togliendo diritti, felicità, benessere, ricchezza, fino a che non arriveremo a non avere più nulla, difficilmente ci si ribellerà contro questo sistema. Perché quel poco che abbiamo e ci rimane ci permette di andare avanti, di arrivare a fine mese e in parole povere di rimandare quello che a mio avviso sarà inevitabile, ovvero la creazione di un nuovo modello economico e di società. Più ritardiamo questo cambiamento e più sofferenza avremo sulla coscienza. Come i 3 bambini morti carbonizzati in casa in Grecia, perché non avendo più di che scaldarsi, hanno bruciato pezzi della cucina e la casa è andata a fuoco. Ma gli esempi sarebbero centinaia. Questo capitalismo finanziario sta arricchendo pochi a scapito di molti, trasformando quei molti in sudditi di un sistema troppo forte e schiacciante. Medioevo per dirlo in parole povere, ecco la destinazione di questo sistema, se nessuno avrà il coraggio di mettergli i bastoni tra le ruote. Il primo motivo che spiega perché subiamo di tutto per mantenere in vita questo sistema è l’utilità marginale. Fino a che scenderà una goccia d’acqua dalla bottiglia, noi vivremo per quella goccia d’acqua, evitando così di pensare che magari esiste un modo per procurarsela o che è sufficiente uscire dal deserto per poter vivere meglio. Appena apriremo gli occhi sulla speculazione finanziaria, sui danni che fa all’economia produttiva, all’ambiente, alla vita delle persone sarà automatico rifiutare quel sistema, spostandoci verso qualcosa che rispetti la persona in quanto essere umano, che permetta una vita piena, che permetta di seguire i propri talenti e aspirazioni. Il secondo motivo è ancora più subdolo, meno percettibile, anche se ce lo sentiamo ripetere decine di volte al giorno. Ovvero il sacrificio. Abbiamo fatto i sacrifici per entrare in Europa, ora li stiamo facendo per restarci, per tenere in piedi l’euro. Siete sicuri servano a questo? Ne siete sicuri o siete cechi? Siete sicuri che gli stessi attori che hanno creato il sistema euro, e che ora vi chiedono i sacrifici, non vogliano qualcosa di diverso, non stiano puntando a qualcosa che ora ancora non vediamo? Chi sono questi che per tenere in piedi l’Europa portano la disoccupazione giovanile in Grecia attorno al 60%, in Italia appena sotto il 40%, che distruggono l’economia reale, che impongono governi, che comandano tramite lo spread? Ve lo siete chiesti chi sono e a che titolo chiedono sacrifici immani ai popoli europei? Il sacrificio tanto caro alla cultura cristiana, è stato preso pari pari da questi signori che ci hanno detto: “Sacrificate qualcosa ora, per una prosperità futura che non sappiamo quando arriverà”. È la promessa del paradiso, è la stessa cosa, con l’unica differenza che l’economia non è una fede. Ci illudono che i sacrifici serviranno per avere vantaggi tra qualche anno. Vi stanno mentendo, i sacrifici che i governi impongono servono per prendere le vostre tasse e metterle a garanzia del pagamento degli interessi del debito pubblico. Seguite i soldi, chiedetevi chi detiene il nostro debito pubblico, a chi paghiamo gli interessi. Chiedetevi come fa uno governo a pagare se non ha la sua moneta. Semplice, chiedendo i soldi dove sono certi, ovvero dal vostro stipendio e dalla vostra casa (IMU). Ci stanno tenendo in pugno con due illusioni, ovvero l’idea che non esiste alternativa che rimanere nel deserto fino a che non finirà l’acqua, e con il sacrificio, ovvero dirvi che quando sarà finita l’acqua dovrete sperare che scenda la pioggia e fino a quel momento soffrire perché così è stato deciso. Le alternative esistono, possiamo avere una economia diversa applicando il reddito di cittadinanza, applicando una politica economica non spinta verso la competizione verso gli altri paesi, lavorando meno, dando più fondi alla ricerca, alla scuola, all’arte e alla cultura. Utopico? No!! Questi conti sono stati fatti, un’altra economia è possibile, ma è fondamentale mettere fuori il naso da quello che stiamo subendo. È necessario riprenderci in mano la nostra vita, la nostra umanità, la nostra felicità. p.s: a questo link trovate un bel libro su cosa è possibile fare per una economia diversa, a misura d’uomo. http://www.boorp.com/libri_gratis_pdf/libro_un_milione_al_mese_a_tutti_in_pdf_gratis.php

mercoledì 9 gennaio 2013

Cosa ci manca? O meglio cosa ci serve per...

Chi sono io? Michele. Cosa faccio? Guardo quello che mi capita attorno, guardo la gente attorno a me cosa fa, come si comporta e cosa pensa, guardo me stesso per quello che sono. Perché lo faccio? Perché ritengo che ogni persona sia unica e irripetibile e che ogni vita abbia qualcosa da raccontare e da insegnare. Cosa penso? Che non me ne frega più nulla di quello che vedo per tv e leggo nei giornali. Cosa c’è in tv e nei giornali? Un sistema di potere, un sistema economico, un sistema politico che si autoalimenta, che si autoconvince di essere l’unico possibile, quando invece è semplicemente il peggiore. Ho elaborato un mio personale pensiero che alle orecchie sensibili di molta gente può sembrare strano, folle, utopistico. Addirittura razzista, ma poco importa. È il mio pensiero, è quello che ho maturato negli anni, con l’osservazione, con lo studio, con lo scambio di idee, senza preconcetti, senza pregiudizi, guardando semplicemente a quello che capita nel mio piccolo mondo quotidiano. Ho realizzato che i deterrenti migliori per fare in modo che la gente non si coalizzi e non pensi più è la paura in primis, e la mancanza di alternativa in seconda battuta. La paura di tutto, della crisi, della SARS, della mucca pazza, dell’immigrazione, del futuro. Gli esempi si sprecano e mi sembra inutile fare una lista lunga e noiosa. La mancanza di alternativa arriva subito dopo. Ieri sera ero in spogliatoio e un ragazzo dell’altra squadra fa a voce alta: “Adesso vai in ospedale e ti tocca pagare qualsiasi cosa”. Risposta del suo compagno di squadra: “eh, cosa vuoi farci, ormai è così”. Eccola la mancanza di alternativa, tremenda nella sua semplicità, tremenda nella sua capacità di svuotare la discussione e il pensiero. C’è la crisi, eh cosa vuoi farci, è così e tocca fare i sacrifici. Hai visto il vicino che ha perso il lavoro? Eh, cosa vuoi, bisogna accontentarsi di quello che arriva ormai. Hai visto, quello che abita in fondo alla via è a casa senza pensione e senza stipendio. Eh, cosa vuoi, il governo Monti doveva salvare l’Italia, non aveva alternative. Hai visto che Matteo adesso lavora 10 ore al giorno e anche tutti i sabato allo stesso stipendio? Eh cosa vuoi, l’importante è avere un lavoro di questi tempi. Siamo veramente noi questi, quelli che elemosinano la vita, quelli ridotti a schiavi come ai tempi dei romani, che lasciano la “classe dirigente” a godersi la vita, mente noi aspiriamo ad un lavoro da schiavi per una remunerazione sempre più esigua. Ma per chi voti te questa volta? No, grazie ma non vado a votare il mio aguzzino. Ma come no? Così non eserciti un tuo diritto fondamentale? Ah si, non sapevo che scegliere uno tra il plotone di esecuzione perchè ti spari fosse un diritto. Non seguo più nessun dibattito politico, non vado più a nessuna assemblea pubblica dove si parla di politica, non leggo più un giornale perché so già cosa faranno quelli la e non mi servono più i dettagli. So già cosa farà la classe politica italiana, so già cosa diranno, so già come si spartiranno il potere, so già quali scelte sbagliate faranno, so già che non abbasseranno mai le tasse, non diranno mai la verità sul debito, sul PIL, sulle tasse. So già che mentiranno, perché mentire è l’unico modo di mantenere quel piccolo spicchio di potere che si sono ritagliati. So già che si sbraneranno come animali quando arriverà la resa dei conti. Mi sono liberato del peso si essere costantemente incazzato per le loro dichiarazioni e bugie. Ho liberato un sacco di tempo per cose decisamente più interessanti, belle, che migliorano la mia vita. Ho deciso ci costruirmi una alternativa, di impararla, di studiarla, di viverla. Perché un’alternativa in natura esiste sempre, non c’è mai una via unica per fare le cose. Il passo fondamentale almeno per me è aver riconosciuto che non sono da solo in questo cammino di ricerca dell’alternativa. La scoperta ancora più bella è che la condivisione, l’empatia con chi ti sta attorno, il contatto fisico con gli altri quando è onesto e sullo stesso piano ti libera dalla paura, dai dubbi, ti fa fare cose che fino a poco prima pensavi irraggiungibili. Ho aperto gli occhi su una società all’eterna ricerca del super eroe (qua devo ringraziare il mio amico Sandro con il quale ho avuto una chiacchierata illuminante), che enfatizza l’idea che un giorno un super uomo arriverà a salvarci tutti. Questa idea è la cosa più sbagliata che esiste in natura e nella società. La storia ci insegna che i grandi cambiamenti sono arrivati quando la gente, le masse si sono unite, coalizzate, hanno lottato per degli ideali. Cosa ci manca per coalizzarci? Avere chiara l’alternativa, aver chiaro i mezzi per applicarla, aver chiaro quanto lavoro c’è da fare, aver chiaro che non ci possiamo scannare per i dettagli se lo scopo è qualcosa di talmente alto che nemmeno lo riusciamo ad immaginare ora. Qual è lo scopo più alto? La Felicità. Siamo al mondo per quello, non per lavorare come schiavi per pagare le rate ogni fine mese. Non siamo al mondo solo per il sacrificio, non siamo al mondo solo per avere, o per odiare il nostro vicino. Siamo al mondo per essere felici, per unirci agli altri. Cosa ci manca ancora per coalizzarci? Ci manca l’indipendenza da un gruppo di potere (politico ed economico) formato da una minoranza di persone che ci stanno ingannando con tutti i metodi possibili. Sappiamo tutto di loro (idee, piani, età, nomi, cognomi, curriculum vitae, spostamenti, fidanzate, mogli e amanti) ma ignoriamo completamente quale sia l’alternativa per la nostra felicità. Separiamoci da questo potere che ci gioca contro, che ci umilia, che ci rende schiavi. Elaboriamo la nostra alternativa, elaboriamo la nostra felicità. Sapete qual è l’alternativa alla manca di alternativa? La completa sottomissione. P.S: vi consiglio questo libro, scaricabile gratuitamente. Libro che prova a porsi come reale alternativa: http://www.boorp.com/libri_gratis_pdf/libro_un_milione_al_mese_a_tutti_in_pdf_gratis.php

domenica 6 gennaio 2013

Perchè siamo venuti al mondo? Semplice...per essere felici

Avete dieci minuti per ascoltare uno dei più bei discorsi politici? Avete 10 minuti di tempo da dedicare alla felicità? Avete dieci minuti per capire che siamo venuti al mondo per essere felici assieme agli altri e non per rispettare grafici economici? Avete 10 minuti di tempo da dedicare al silenzio e all'ascolto? Ce li avete, allora ci dedichiamo questo video. Buon ascolto. P.s.: Grazie Giuliano per avermi indicato il video.

martedì 1 gennaio 2013

A Marta, Silvia e Mavry, ai ragazzi del Quinto Miglio Basket, al G.A.S. di Camisano Vicentino, a tutti quelli che...

Sono le prime ore di questo 2013. Ho appena ricevuto qualche messaggio di auguri di un felice anno nuovo, ho fatto io gli auguri ai miei amici augurando loro un buon anno pieno di felicità. Ma non credo ad una singola parola di quello che ho detto, mi sento un ipocrita, un falso. Ho detto queste parole sapendo di mentire, l’ho fatto col sorriso in faccia senza avere il minimo coraggio di dire loro la verità e questo non mi piace. A che prezzo dire la verità? A tutti i costi, anche a quello di sembrare noioso, triste e paranoico. Quale verità? Che non potrà essere un buon 2013, che non potrà esserci felicità nel 2013, perché è stato scritto e sancito che non ci dovrà essere niente di tutto ciò nel 2013. È stato scritto con il Fiscal Compact (attivo proprio da questo giorno), è stato scritto col pareggio di bilancio inserito in Costituzione, che rende la nostra più bella legge una roba inutile e priva di significato. Perché all’orizzonte il quadro politico non propone nulla al di fuori del paradigma: “più Europa, più rigore, più crescita”. Il PD tramite le parole del segretario Bersani vuole un inasprimento del Fiscal Compact e un commissario europeo che abbia diritto di veto sulla spesa pubblica degli stati con conseguente perdita di sovranità da parte dei singoli stati (http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=11278). In questo sono più a destra di Monti. Vogliono la crescita col rigore, ovvero ingrassare dimagrendo. Sono quelli che: “Bisogna rassicurare i mercati!”. Sig. segretario, quali mercati? Ve lo dico io quali mercati. Bisogna rassicurare una tra le banche più grandi al mondo, HSBC, smascherata per aver gestito transazioni dei narcos messicano e di alcuni terroristi di Al Qaeda? Oppure rassicurare Deutsche Bank che fa sparire nei suoi bilanci un buco di 12 miliardi per scommesse su prodotti derivati? O ancora rassicurare Monte dei Paschi di Siena, salvata con una cifra vicina ai 24 miliardi di euro negli ultimi anni? Soldi pubblici caro segretario, soldi delle nostre tasse. Eppure tagliamo i posti letto e le pensioni, vero? Dobbiamo rassicurare tutte quelle banche implicate nello scandalo Libor? O rassicurare tutti quegli istituti finanziari che con i soldi dei contribuenti hanno continuato a speculare sui titoli di stato, senza dare nessun aiuto alle aziende e staccando poi dividendi milionari ai suoi azionisti in barba alla gente che si impiccava e moriva di fame? Perché sono loro che ci prestano i soldi che servono allo stato italiano per finanziare la sua spesa pubblica. Siamo in mano a degli strozzini, corrotti, ladri e lei li vuole rassicurare? Io li sbatterei fuori di casa intimandogli di non tornare mai più. Il PDL o quello che ne resta è un soggetto politico ormai indecifrabile. Berlusconi dice tutto e il contrario di tutto, ha fatto finta di sfiduciare il governo Monti, ha fatto finta di fargli la guerra, di fatto non è successo nulla di così determinante e diverso. Non ho molto altro da aggiungere perché non c’è molto altro da dire. Beppe Grillo a mio avviso non ha un gran programma. Ha diversi punti interessanti ma su quelli importanti e seri (economia, ambiente ecce cc) al momento siamo ai concetti generali. È bello vedere che si cerca di avere un parlamento pulito ma non sta dicendo nulla su questioni importanti quali: politiche economiche per il rilancio dell’Italia, welfare state, debito pubblico. Ho visto con i miei occhi diversi gruppi dell’M5S partecipare al summit MMT di Rimini, ma Grillo non ha speso una parola sul problema euro ed Europa, sul problema di sovranità monetaria e fiscale. Se è veramente la gente che conta, caro Grillo perché la “tua” gente ti sta chiedendo alcune cose e tu non dai risposte? Ha proposto il reddito di cittadinanza sul quale io concordo pienamente (leggere il libri di Domenico De Simone, Un milione al mese per tutti), ma non ha mai detto esplicitamente che vuole uscire dall’euro e tornare ad una moneta sovrana. Caro Grillo, senza una moneta sovrana tutte le sue belle idee non sono attuabili, perché ogni volta che serviranno euro per finanziare la spesa pubblica aumenterà il debito. Inoltre deve tenere conto che il Fiscal Compact non glielo permette, quindi le sue sono promesse da marinaio. In molti sono in attesa che lei decida seriamente cosa fare, per il momento lei non rappresenta nessun cambiamento concreto. Sul “movimento civico” di Mario Monti stenderei un “no comment”, perché per chi segue questo blog e ha partecipato alle mie serate di divulgazione economica fa presto ad intuire perché di Mario Monti non voglio parlare. Ha aumentato le tasse e tagliato la spesa, esattamente il contrario che di solito si fa in un momento di crisi economica. Ha continuato a dare soldi a banche fallite e ha attaccato i diritti del lavoro e la sanità pubblica come forse mai prima. 600.000 disoccupati in più e soprattutto, nessuna luce in fondo al tunnel. Ha mentito sulla sua volontà di non ricandidarsi, segue in maniera ossequiosa tutto quello che viene proposto dai tecnocrati europei. Come dite? Ha preso in mano una situazione disperata? Vero, verissimo, ma invece di curarla l’ha aggravata, ha praticamente praticato un salasso ad un corpo già malato. Visto che gli è stata attaccata l’etichetta di super tecnico e visto che è un economista certe cose le doveva sapere, e invece ha ignorato i più basilari insegnamenti di politica economica. Badate bene che la disoccupazione è considerata un reato contro la persona (una persona disoccupata vive nella paura, nell’indigenza, nella disperazione, nella solitudine), aumentare la disoccupazione sapendo di farlo è un reato bello e buono. E chi commette un reato è un criminale a casa mia. E allora che fare? Facciamo che ripartiamo da noi? Da quello che desideriamo per noi e per la nostra comunità? Facciamo che lasciamo perdere quella squallida partita politica, facciamo che torniamo a pensare a quelle piccole cose che migliorano la nostra vita? Facciamo che guardiamo gli esempi positivi attorno a noi, nella nostra vita quotidiana? Allora io guardo alla mia fidanzata che ha deciso dal nulla di inventarsi del laboratori ricreativi per i bambini assieme a Maurizio e Silvia, facendo lavoretti assieme ai bambini con i materiali di riciclo. Abbiamo la casa piena di roba che gli altri buttano via, ma sentire e vedere come i bambini si divertono, imparano non ha prezzo. Vedere come ogni volta imparino cose nuove, come ogni volta sia una scoperta di emozioni è entusiasmante, ripaga di ogni fatica. Hanno deciso di fare questo laboratorio perché vogliono dare un senso diverso allo stare assieme, al tempo, al lavoro, allo scambio di idee. (se vi interessa, cercare Ricreattivamente su Facebook). Oppure guardo a quei geni di Camisano Vicentino che hanno messo su un GAS (gruppo di acquisto solidale) e ora hanno messo su un giro incredibile. Hanno deciso di fare una scelta diversa, di consapevolezza ambientale e di benessere personale. Guardo ai ragazzi del Miglio Basket di Quinto Vicentino che con semplicità, passione e impegno mi hanno trasmesso un nuovo modo di pensare e vivere lo sport che pensavo perso e dimenticato. Mi hanno fatto sentire parte di una famiglia allargata come poche volte mi era capitato. Ci sono alti e bassi, vittorie e sconfitte, ma hanno deciso di dedicare il loro impegno non solo per vincere un campionato, ma per creare un ambiente sereno, libero dalla paura. Esempi sciocchi? Non credo, perché al di la di tutto, ci dobbiamo rimpossessare della sovranità personale di ognuno di noi. Ovvero tornare a pensare a quello che ci piace fare, a come lo vogliamo fare, con chi lo vogliamo fare, a quale scopo. Dobbiamo liberarci dalle pastoie mentali del pensiero unico economico. È possibile un modo diverso, fatto semplicemente di cose belle. È possibile rivedere il nostro stile di vita se solo impariamo a vincere le nostre paure. Non vi voglio augurare un felice anno, pieno di serenità. Vi voglio augurare un 2013 fatto di riscoperta della consapevolezza, di impegno verso se stessi e verso gli altri. Vi voglio dire che ci sarà da lottare per difendere i nostri diritti. Vi auguro un 2013 che faccia riscoprire il senso dell’essere umano.