martedì 19 marzo 2013

Ecco perchè la crisi di Cipro mostra la vera faccia dell'Unione Europea

È scoccata l’ora, e credo proprio che da qui in poi non si tornerà più indietro. Il sole24ore.com ci consegna questo articolo (http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2013-03-19/cipro-dietro-piano-salvataggio-102853.shtml?uuid=Abx11UfH) talmente semplice nella sua spiegazione che non credo meriti ulteriori spiegazioni. Visto però che ormai la diga comincia a mostrare chiari segni di cedimento e i primi zampilli di acqua attraversano anche i giornali italiani, credo sia necessario chiarire il meccanismo che ha portato Cipro (ma non solo) in questa situazione. Si lo so, mi tocca affrontare questione tecniche e questo post sarà un po’ lungo e noiosetto. Se non si vuole concludere il tutto con il classico: “Va bè, hanno vissuto sopra le loro possibilità e ora è giusto che paghino”, è necessario argomentare, e argomentare è sempre complesso, richiede pazienza e precisione. Quindi prendete quello che leggerete come un viaggio dove ogni riga vi rivela qualcosa di nuovo. Pronti? Bene, cominciamo. Se avete letto l’articolo del sole24ore.com di cui sopra (vi consiglio di farlo prima di continuare, tanto sono 20 righe, fate presto), capite già da soli che la Germania ha presto 5,8 miliardi e ora li vuole indietro in qualche modo. Secondo il giornale di Confindustria quei soldi li rivuole indietro perché a breve ci saranno le elezioni e pone giustamente un domanda: perché la Germania così virtuosa ha prestato soldi ai Maiali d’Europa? Per capirlo dobbiamo fare un salto indietro di circa 14 anni quando nasce l’euro (la moneta unica) che in Italia sarà introdotto il 1° gennaio 2002. Due effetti immediati nell’introduzione di una moneta “straniera”: lo stato italiano deve acquistarla dalle banche private a debito (ovvero con un tasso di interesse), secondo questa moneta non si può più svalutare come già successo con la lira (nel 1979 e nel 1992). Fermiamoci un secondo sul primo punto che è di per se la questione fondamentale. Ogni euro che lo stato italiano spende per i suoi cittadini lo deve acquistare a debito da banche private (Monte dei Paschi, Unicredit, Deutschebank, Santander ecc ecc). Le banche ovviamente prestano i soldi ma vogliono un interesse. Come fa uno stato sovrano che non detiene più la sua moneta a pagare quell’interesse? Bè semplice, o chiede altri soldi a quelle stesse banche o aumenta le tasse. Da queste affermazioni dovrebbero nascere due pensieri: il debito è non è ripagabile. Si signori, il nostro debito pubblico non è pagabile, perché se per assurdo lo stato italiano chiedesse 2000 miliardi di euro per ripagare il debito, quei 2000 miliardi sarebbero gravati da interesse e si tornerebbe punto a capo. Seconda considerazione è che la diminuzione delle tasse è una chimera, è pura propaganda, è menzogna. Perché sono così sicuro? Semplice, le banche private che hanno prestato i soldi agli stati vogliono vedere il loro investimento ripagato. Come fa uno stato a garantire quell’investimento? Cucù, con le vostre tasse che transitano dal vostro corrente verso il governo (ministero del tesoro e Bankitalia) che provvederà a pagare gli interessi a quei grandi colossi finanziari che ci hanno prestato i soldi (in cambio dell’acquisto di titoli di Stato). Facciamo un passo in avanti. Quali sono le politiche economiche (a livello generale) che un governo può attuare per rilanciare l’economia? Sono 3: riduzione del peso fiscale, svalutazione monetaria competitiva e riduzione salariale. Come visto sopra, ridurre le tasse e svalutare non lo possiamo più fare, resta quindi unicamente la riduzione salariale che come ben vediamo attorno a noi è in atto in maniera sistematica. Ora, chi è stato il primo a fare riduzione salariale in Europa per migliorare la competitività? Bubusettete, sempre loro, i tedeschi. Nel 2003 come da grafico qui sotto i primi a ridurre gli stipendi (del 6%) sono stati proprio loro, tramite la riforma Hartz che ha introdotto i minijobs. Il perché della riduzione salariale non lo affrontiamo qui perché servirebbe un post specifico. Con salari più bassi e un forte export la Germania accumula risorse finanziarie ingenti. Cosa si fa con risorge finanziarie così importanti? A Vicenza si direbbe: “I schei fa schei” (i soldi fanno soldi). In una economia finanziarizzata, significa che i capitali accumulati tramite l’economia reale (beni e servizi) vengono investiti nell’economia finanziaria. E se foste voi ad investire? Cosa fareste? Bè, più o meno quelli che fanno molti, ricerchereste un investimento redditizio ma sicuro. E cosa rende molto (o comunque abbastanza) con un rischio molto basso o nullo? Eh, i titoli di Stato che rendono il 4-5-7-10% o anche molto di più (vero Grecia?). Perché sono piuttosto sicuri questi investimenti? Perché uno Stato ha capacità impositiva (tasse) e voi siete obbligati a pagarle. Tradotto, chi acquista titoli di stato italiani è sicuro che ogni mattina 20-25 milioni di italiani si svegliano per garantire tramite il loro lavoro il pagamento degli interessi. Altra piccola considerazione. L’euro è una moneta fondata sul debito, perché lo stato italiano pe averla deve acquistarla gravata di un interesse. Quindi tutta la moneta che avete in tasca, che utilizzate per acquistare e vendere è debito e più la utilizzate più aumentare il debito e di conseguenza aumenterete gli interessi su quel debito. Più voi lavorate, più affossate l’economia italiana e più i detentori del debito pubblico italiano si arricchiranno perché i tassi di interesse saliranno perché prestarci la moneta sarà sempre più rischioso (potremmo fare default visto che la storia economica dimostra che uno stato che si è legato ad una moneta straniera ha sempre fallito, vedi Russia, Argentina ecc ecc). Lo so, l’ho presa un po’ larga ma ora cominciamo a stringere il cerchio! Cosa c’entra tutto questo con Cipro, ma prima ancora con la Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda e anche Italia? C’entra, e c’entra parecchio. Partiamo da qua: alla voce spesa pubblica cosa viene considerato? Stipendi a medici, professori, militari, infrastrutture, investimenti, sovvenzioni, pensioni. Ok? Ma dentro a questa spesa pubblica c’è anche la spesa per interessi sul debito che è piuttosto ingente(diciamo 60-70-80 miliardi all’anno). Ora uniamo i puntini inseriti nella prima parte dell’articolo. Abbiamo detto che l’euro uno stato lo acquista a debito dalle banche private e deve in qualche modo restituire quel prestito. Lo fa tramite maggiori tasse e minori servizi (tagli alla spesa corrente, alias austerity). Questo significa che più alti sono gli interessi e meno spesa pubblica a favore dei cittadini potrà fare. Il pagamento degli interessi toglie risorse all’economia reale che dà da mangiare a tutti. Ok? Ma se uno stato deve aumentare le tasse e ridurre i servizi (quindi di fatto impoverire cittadini e imprese) come fanno cittadini e imprese a continuare a investire, spendere, vendere e acquistare? Faccio un’altra domanda, se non è lo stato a fornire le risorse finanziarie all’economia privata, chi sono gli altri soggetti che possono finanziare l’economia privata? Le banche. E da qui partiamo, questo è il nocciolo del problema. Lo Stato non può più gestire/controllare/finanziare l’economia, lo fanno le grandi banche internazionali. Prima abbiamo detto che la Germania ha accumulato una ingente ricchezza derivante dall’export. Con l’export ha concesso crediti alle altre economie (Italia, Spagna, Cipro, Grecia ecce cc). Ora quei prestiti li rivogliono indietro il prima possibile e senza tante discussioni. Certamente uno dei motivi sono le elezioni tedesche a settembre, ma credo che un altro motivo sia che le stesse grandi banche internazionali (i nomi sono sempre quelli, Deutschebank, Unicredit, Credit Agricole, Santander ecc) hanno capito che sto gioco sta per finire, perché la Germania sta segando l’albero sul quale è seduta e prima o dopo quell’albero cadrà. Sono catastrofico? Bé, se mettiamo gli effetti del Fiscal Compact (spiegati in un post precedente), se pensate al pareggio di bilancio inserito in Costituzione (significa che lo Stato non può più spendere per i propri cittadini) allora i puntini cominciano ad unirsi e a fare un quadro completo. Il rigore dei conti pubblici serve solo ed esclusivamente a garantire i prestiti fatti, perché per ogni credito c’è un debito. Per un paese che esporta c’è sempre uno che importa. Per un paese che si sviluppa c’è sempre un paese che regredisce. E questo vale per tutti, vale anche per la Germania dove 2,5 milioni di tedeschi lavorano per 400 euro al mese, dove 600.000 pensionati stanno fuggendo perché le loro pensioni sono inadeguate. Se apriamo bene gli occhi ci accorgiamo che non è una guerra tra Stati, ma una guerra nella quale gruppi finanziari potentissimi stanno decretando la povertà per milioni di persone, e questi gruppi sono italiani, spagnoli, tedeschi, statunitensi, inglesi. Se realizziamo che esiste una classe dominante e predatrice e che questa è trasversale a tutti i popoli, allora saremo consapevoli della battaglia che ci aspetta. Cipro è solo la conferma della struttura europea, non è un caso isolato, non è la pecora nera, non è la cicala di turno. È il frutto di una pianificazione attenta, precisa e spietata. Ora la Merkel sta solamente mettendo la faccia per fare in modo che Cipro restituisca i debiti alle banche tedesche. La consapevolezza è solo il primo passo verso la libertà! P.S: in queto post ho solo esposto la dinamica. Il debito pubblico, la spesa pubblica, il successo tedesco ecc ecc lo affronteremo con calma nei prossimi post. Se qualcuno vuole avere i dati precisi su quanto fino a qui esposto può scrivermi sulla mia mail.