venerdì 6 gennaio 2012

Cara mamma, caro papà...



È il giorno dell’arrivo dei Magi, o se preferite il giorno della Befana. Siamo appena tornati da un pranzo speciale, abbiamo festeggiato (e mangiato gratis) il pensionamento di mia mamma che dallo scorso 23 dicembre ha salutato tutti e adesso può godersi la propria vita, il proprio tempo come meglio crede.
Guardo l’ora sul pc, 17.28, mi sto scaldando un po’ di thè per digerire tutto il pranzo ma in testa mi girano strani pensieri. Sono felicissimo per mia mamma che ha raggiunto un traguardo così importante ma c’è qualcosa che non va, lo sento, nonostante la felicità, percepisco un grido sordo provenire da qualche angolino della mia mente. Perché? Non lo so bene perché, forse ho anche paura di scoprire cos’è, ma sento che non lo posso ignorare.
Per provare a interpretare questo grido devo partire da un po’ distante. Nel mio blog soprattutto ultimamente ho trattato (assieme anche a Matteo) temi economici, ho parlato dell’attuale crisi, del perché e da dove deriva, cercando di mostrarvi che quello che stiamo vivendo è a mio avviso (non solo mio per fortuna) un piano specifico, enorme e spietato che pochi hanno utilizzato per tornare a comandare le sorti di questo mondo.
Oggi guardavo mia mamma a tavola e ho provato ad immaginarmi la sua vita negli ultimi 30 anni. Ho provato ad immaginarmi quelle che deve aver vissuto quando io e mio fratello eravamo piccolini, quando soldi in casa ce n’erano sempre pochi, quando solo il papà lavorava. Ho cercato di guardare quegli anni con i suoi occhi, ho cercato di capirne le sofferenze, i silenzi, la paura.
Ricordo con un sorriso quando la pizza la faceva in casa perché mangiarla fuori era troppo costoso, mi piaceva un sacco starla li a guardare mentre metteva il pomodoro, la mozzarella, e delle sue attenzioni quando la infornava e mi diceva di star distante altrimenti mi sarei scottato. Adoravo quando mi faceva vestire con la roba di mio fratello perché mi faceva sentire grande, mi faceva sentire importante, anche se ci penso adesso avrebbe preferito darmi vestiti nuovi e non rattoppati. Ma per me era una festa.
Ho provato ad immaginarmi la fatica enorme nel coltivare il sogno di acquistare una casa, sacrificando un sacco di cose, ad esempio la possibilità di andare a lavorare in macchina. Mi rimarrà sempre davanti agli occhi, quando appena dopo comperato casa, mia mamma andava a lavorare in bicicletta, e non importa se fosse caldo, freddo, se nevicasse o piovesse, quello era l’unico modo perché si doveva risparmiare. Non mi ha mai fatto mancare niente, mi ha sempre trasmesso una dignità incredibile, mi ha sempre accolto e ascoltato col sorriso.
E papà ha sempre fatto lo stesso con noi, ci ha dato ogni suo momento libero, ci ha assecondato nelle nostre attività, anche lui privandosi di qualcosa per permettere a me e a mio fratello di fare quello che più ci piaceva.
A pranzo oggi, li guardavo e probabilmente per la prima volta ho visto nei loro occhi, nel loro fisico i segni di questi sacrifici, e per me è come aver davanti due supereroi. Ma non li voglio definire persone speciali, ma persone vere, oneste e giuste.
Quello che però mi fa rabbia è sapere che i miei genitori (come i genitori di milioni di altri di noi figli) hanno sacrificato sogni, tempo, speranze perché come dicevo prima, qualcuno ha deciso che i nostri genitori dovessero soffrire. Esisteva ed esiste tutt’ora un modello sociale ed economico che avrebbe evitato a milioni di persone sofferenze indicibili o sacrifici enormi, sia in termini economici che di qualità di vita. 60 anni di teorie sbagliate, di bugie economiche fatte pesare sulle spalle di persone ignare e impotenti, un meccanismo che ha stritolato la vita di intere nazioni. Mi riferisco alla teorie del neoliberismo, che ci hanno tolto (a noi come popoli) la più grande ricchezza mai esistita al mondo. Gli Stati. Uno STATO SOVRANO non ha praticamente limiti di spesa, può decidere come condurre l’economia, può decidere il livello dei salari, può decidere di fatto quanta ricchezza può generare un popolo. Avevamo uno strumento perfetto per evitare alle mamme e ai papà italiani delle sofferenze bestiali, o di indebitarsi a vita, o di essere ricattati, o di diventare dei criminali. Avevamo tutto ciò e ce lo siamo fatti sfuggire dalle mani.
In questo post voglio ringraziare i miei genitori perché nonostante questo piano volesse e voglia tutt’ora massacrare le masse, sono riusciti a darmi un futuro, una istruzione e una vita che merita di essere vissuta. Si sono in pratica “salvati” da una macchina che stritola persone, sogni, ricchezza e speranze.
Senza quelle rinunce fatte dai miei genitori non avrei vissuto una vita così agiata e piena di soddisfazioni, quindi quello che voglio dirgli su questo blog è che li ammiro con tutto il cuore.
Ma in questo post voglio anche dire a chi mi sta leggendo che è venuto il momento che ognuno di voi scopra questo piano, che lo studi, che si metta li con pazienza a capire questo meccanismo folle e diabolico(1). E il problema qui non è Monti o Berlusconi, o la mafia, o l’evasione fiscale, o il capitalismo, qui il problema ancora più grande e che ha generato questa crisi è che ci hanno tolto gli strumenti per creare una distribuzione diffusa della ricchezza che è prerogativa indiscutibile degli stati sovrani. Adesso qui da noi in Europa la ricchezza è in mano a pochi privati e gli Stati sono ridotti a meri esecutori di quei privati. È in gioco la nostra stessa sopravvivenza, la nostra dignità umana, la possibilità di dare un futuro ai nostri figli e a questo pianeta. Se lasciamo che la crisi la “risolvano” i soliti noti allora vi posso già dire che quello che state vedendo ora è solo l’anticamera dell’inferno (2). Non c’è altra via di uscita che non quella di riconoscere il nemico, capire quali sono i suoi piani e le sue armi. Da li in poi allora possiamo forse combatterlo a pieno. Altrimenti staremo sempre un passo indietro.

(1). http://www.paolobarnard.info/docs/ilpiugrandecrimine2011.pdf
(2). http://www.youtube.com/watch?v=ScQO1txA57o

1 commento:

Diego Luison ha detto...

Bell'articolo, carico di pathos, ma è comprensibile visto che parli dei tuoi genitori. Io credo che il sistema attuale, oltre a sacrifici e sofferenze di natura economica, impone le peggiori di carattere temporale. Per conoscere, per informarsi, per capire e gustare la propria vita ci vuole tempo. Il tempo è l'elemento di cui veniamo più privati, tempo da usare per leggere, per stare in contatto con la natura, per apprezzare la bellezza della vita. Questa è la quaità della vita. Poter dedicare del tempo a noi stessi. C'è chi ha la fortuna di essersi scelto un lavoro che gli permette di conciliare la sussistenza economica e quello che nel post precedente si definiva felicità. Tutti gli altri, la maggiorparte, non ha questa possibilità. Se alziamo il nostro punto di vista, in alcuni paesi, c'è chi non ha scelta, nessuna scelta. La situazione, a mio avviso, non si risolve solo con una manovra economica, ma ci vuole un movimento culturale, quindi più ampio, che permetta di far apprezzare l'eventuale maggiore disponibilità economica traducendola in qualità di vita, proprio perché i soldi, e non lo dico io, non fanno la felicità. Apprezzo i tuoi post perché, nonostante la tua età, sei dotato di intelletto e umiltà, elementi che difficilmente riscontro nella nostra popolazione di occidente evoluto. Conoscere (nel senso più ampio del termine) non è guarire, ma è consapevolezza, e la consapevolezza è il primo passo per la soluzione.