venerdì 14 dicembre 2012

Avete paura dell'uomo nero?

Avete mai giocato all’uomo nero a scuola? Me lo ricordo come un gioco elettrizzante. “Avete paura dell’uomo nero?”, risposta: “Nooooooo”. “Lo volete?”, risposta: “Siiiiiiii” e via a correre per non farsi prendere. Ora che siamo tutti un po’ cresciuti facciamo un altro gioco, simile all’uomo nero ma con altri attori. Ecco il gioco che vi propongo, anzi che propongo ai partiti politici italiani: “Avete paura di Mario Monti?”. La risposta mi pare sia stata: “Nooooooo”. Altra domanda: “Lo volete?”, risposta: “Siiiiii”. Facciamo un passo in avanti nel gioco. “Votereste mai un premier che è stato a capo di una commissione sciolta per frodee, mala gestione, nepotismo e che ha fatto sparire miliardi di euro?”, risposta: “Noooooo”. “Votereste un premier che da soldi nostri ad una banca italiana il cui presidente è indagato per truffa all’erario per 700 milioni di euro?”, risposta: “Nooooo” “Cari Berlusconi, Bersani, Casini, Alfano, Montezemolo, lo vorreste Monti dentro al prossimo governo come primo ministro? O magari come Presidente della Repubblica?”, risposta: “Siiiiiii”. Carissimi cittadini, elettori di qualsiasi colore, questo è veramente successo un anno fa e potrebbe risuccedere a febbraio-marzo del 2013.
Ovvero, la Commissione Santer di cui Monti era responsabile per il Mercato Interno, Servizi Finanziari e Integrazione Finanziaria, è stata sciolta dalla Commissione Europea per nepotismo, frode e mala gestione. Sono spariti svariati miliardi di euro e secondo il rapporto i più alti vertici non potevano non sapere. La fonte? L’europarlamento, non aggiungo altro, leggetevi le 100 e passa pagine e fatevi la vostra idea: http://www.europarl.europa.eu/experts/pdf/reportit.pdf. Ora andiamo avanti col giochino. Può un presidente con questi precedenti prestare svariati miliardi (l’ultima tranche equivale a quasi 4 miliardi di euro) delle nostre tasse ad un banchieri indagato per truffa allo Stato per un valore di 700 milioni di euro? Risposta: “Siiiiiiii”. Il nome del banchiere è Alessandro Profumo, la fonte è questa: http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/18/frode-fiscale-di-unicredit-indagato-alessandro-profumo/164676/.
Quindi un Presidente del Consiglio che dal 1995 al 1999 era all’interno di una commissione europea sciolta per nepotismo, frode e mala gestione da una valanga di miliardi ad una banca praticamente fallita presieduta da Alessandro Profumo, indagato per frode fiscale. Bè, fantastico dire. La fonte del salvataggio concesso dal governo è questa: http://www.ilfattoquotidiano.it/tag/monte-dei-paschi-di-siena/. Luciana Littizzetto viene a dirci che il Silvio Berlusconi ci ha rotto il cazzo? Ci frantumano la testa con le primarie, parlamentarie, rimborsi elettorali usati per pagare i cotechini e le munizioni? Bersani dice che Monti potrà essere utile? Casini lo vuole premier? Monti va al PPE? Non solo abbiamo perso il senso delle parole, abbiamo perso dignità, abbiamo perso quel minimo contatto con la realtà. Non esiste nessun salvatore, non esiste nessuna alternativa politica reale, è tutto fasullo, finto, fittizio. Se Berlusconi voleva veramente segnare una discontinuità col governo Monti ci avrebbe spigato chiaramente cos’è il patto di stabilità, ci avrebbe detto che se la Chiesa non paga l’IMU entro il 31 dicembre 2012, toccherà all’Italia pagare una multa di 1 miliardo e 300 milioni, ovvero tasse nostre. Se mi permettete, a me hanno rotto tutti quei ben pensati (giornalisti, politici, liberi pensatori, uomini e donne delle spettacolo) che vanno in tv o scrivono nei giornali per non dirci nulla. Per dirci solamente che Berlusconi è un puttaniere, il PD non sa cosa fare, la Lega è finita, Grillo è solo un comico pseudo-fascista. Non c’è nulla in quelle parole, non c’è nulla che ci serva veramente, non c’è più nulla. Abbiamo davanti a noi una lotta immane, lunghissima, ma il primo passo per lottare è rifiutare questa caciara di nulla, smetterla di sostenere questo sistema politico, aprire gli occhi e lottare ognuno con le proprie forze, con la propria mente e le proprie capacità. Da dove si parte? Spegnete la tv e buttare il giornale, andate per le strade, andate nelle vostre città e nelle vostre campagne a vedere cosa è realmente necessario. Abbandonate la paura perchè è questo il primo mostro da sconfiggere. Altrimenti andrà sempre a finire così: “Volete l’uomo nero?”, risposta: “Siiiiiiii”.

mercoledì 12 dicembre 2012

Non votare è una scelta di libertà

Io non voterò alla prossime politiche. Perché dovrei votare il mio aguzzino? Perché dovrei mettermi in fila per farmi mettere le manette? In giro sento sempre le solite scuse: “Eh ma votare è un tuo diritto, non votando non faresti sentire la tua voce”, “ eh ma Michele, bisogna stare uniti per evitare che vincano gli altri” (già sentita per le regionali questa), “eh ma Michele, così fai il gioco di Grillo, non possiamo lasciare in mano a lui il futuro dell’Italia”. Queste frasi nascondono un unico sentimento, la paura. Non ne faccio una colpa ai singoli, ai miei amici. Il sistema politico, mediatico, informativo ci ha portato a vivere di paura e ad alimentarci solo di quella. Ma la paura non può essere la nostra maestra, la nostra consigliera. Non può e non deve essere. Io conosco poche cose, ragiono semplicemente e vedo la mancanza di alternativa, vedo l’immobilismo e vedo l’ipocrisia. Di chi? Di molti, moltissimi. Le poche cose che so sono queste: abbiamo perso sovranità monetaria e quindi abbiamo una moneta (euro) che acquistiamo a debito. Tutto quello che facciamo, accendere la macchina, fare la spesa, comperare una casa è debito. Abbiamo perso sovranità legislativa e fiscale. L’Europa ci indica cosa fare e noi lo facciamo, modifichiamo la Costituzione (art. 81) per inserire il pareggio di bilancio semplicemente perché ci viene imposto da organi non eletti. Il nostro Parlamento non ha più nessun potere in termini economici e fiscali e non può nemmeno mediare sui trattati europei (trattato di Lisbona votato all’unanimità). Abbiamo firmato trattati che creeranno drammi sociali e personali perché distruggono il nostro tessuto industriale e produttivo, perché distruggono i salari e i diritti. Come faccio a dirlo? Perché li ho letti questi trattati (Maastricht, Lisbona, Fiscal Compact, ESM, ERF, Velsen) e ne ho compreso il fine. Distruggere gli stati sovrani a favore di una entità astratta più grande (l’Europa). Imbavagliare il potere sovrano e rendere gli stati dei normali clienti del sistema finanziario e riportare i popoli ad un medioevo culturale, sociale ed economico. Nessun partito politico mette in dubbio questi trattati e il loro scopo. Non il PD, totalmente piegato agli interessi europeisti, non il PDL in grado solo di balbettare parole buttate li a caso, non la Lega che inveisce contro l’Europa ma poi vuole ridurre il debito pubblico perché c’è lo chiedere l’Europa e i mercati finanziari, non l’IDV che firma il trattato di Lisbona e poi va in giro a blaterare della perdita di sovranità, non SEL che prova ad analizzare il problema ma si ferma sempre 1 cm prima delle soluzioni concrete. Non lo fa Grillo perchè a livello economico il suo movimento ha le idee molto confuse. Scrivo queste righe, perché vi voglio dire che come nazione dobbiamo riappropriarci della nostra moneta, della nostra sovranità fiscale ed economica. Ma prima di tutto, dobbiamo riappropriarci dei valori, della comunità , del bene comune. Quali valori? Parliamone, io vi posso dare i miei: diritto ad un lavoro retribuito, alla scuola pubblica per tutti, alla salute per tutti senza costi aggiuntivi, controllo dell’ambiente, dell’aria e dell’acqua, una economia territoriale e a misura d’uomo, il sistema bancario e finanziario utile solo per finanziare i progetti di una comunità, lavorare meno, incentivare i lavori “verdi” e i lavori sociali. Molto di questi valori sono sanciti nei primi articoli della Costituzione, nulla di nuovo. Conosco inoltre realtà che hanno rifiutato i diktat neoliberisti dell’FMI, della Banca Mondiale, del WTO. Realtà che stanno uscendo dalla crisi e che stanno prendendo strade diverse rispetto alla nostra austerità economica. (http://www.youtube.com/watch?v=psNWLP1X_xs, http://www.youtube.com/watch?v=jwt90m7WFvo) Certo, punti molto generici ma su cui si può lavorare e impegnarsi. Ma al di fuori di questo paradigma economico e politico. Siete stanchi della politica? Bene, la facciamo noi, ci consideriamo più bravi e più onesti? Bene, mettiamoci in prima fila. Se continuiamo a dare la colpa alla crisi economica, ai politici corrotti, allo stato ladro e alla globalizzazione non rimarrà nulla di noi nei libri di storia. Malcolm X in un bellissimo discorso parlava di scegliere tra “la scheda e il fucile”. Se la scheda (elettorale) non ci permette di avere condizioni migliori, allora l’unica alternativa è il fucile. L’oppresso non può chiedere la libertà al suo oppressore con le parole, perché se l’oppressore non conosce il dialogo quelle parole andrebbero sprecate. Se l’oppressore usa il fucile, per liberarci dobbiamo usare il fucile. Il che non vuol dire essere un violento, significa avere la possibilità di liberarci. Se l’oppressore usa la parola, io userò la parola. È quello che Malcolm X definiva “by any means necessary” (con ogni mezzo necessario). Un cambiamento arriva quando ci liberiamo dalla paura, soprattutto della paura di perdere quel poco che abbiamo. Dobbiamo renderci conto che questo sistema fondato sul debito perpetuo e permanente, ci sta togliendo tutto e quando avremo perso tutto sarà troppo tardi. Il momento è ora. È ora di rivendicare quello che è nostro per il semplice fatto di essere persone, ovvero la dignità umana in questa società, in questo tempo. Il cambiamento si ottiene molte volte anche con il sangue (inteso come volontà di rimetterci del proprio), in questo momento noi tutti abbiamo paura di sanguinare.

venerdì 7 dicembre 2012

Le parole vuote di chi non sa più cosa dire

Una volta si vendeva l’anima al diavolo, ora credo che molti abbiano venduto l’anima al debito pubblico. Stamattina (6 dicembre, ore 8.20) ero in macchina e ascoltavo distrattamente Flavio Tosi che parlava a Radio24. Una frase basta per capire l’assurdità del momento: “Bisogna ridurre il debito pubblico e la spesa pubblica” dichiara il sindaco di Verona. Ora, partendo dal presupposto che non ho mai avuto simpatia per questo partito politico, pensavo che almeno i suoi rappresentanti visto la scelta di stare all’opposizione avessero finalmente capito il reale problema della nostra situazione socio-economica. E invece hanno venduto l’anima. Senza tanti rimorsi. Sig. Sindaco, Lei ha ragione, bisogna ridurre il debito, ma non deve fare nemmeno tanta fatica ad inventarsi qualcosa di nuovo sa. Le basterà aspettare il 1° di gennaio 2013, fra 25 giorni quindi quando il Fiscal Compact comincerà ad operare. Lei sa vero cosa c’è scritto su sto trattato europeo? Riduzione del debito pubblico di 50 miliardi (per l’Italia, calcolato in questo modo: il trattato dice di ridurre il debito pubblico portandolo al 60% in 20 anni, ovvero 1/20 all’anno. Noi siamo al doppio come rapporto, circa il 120%, quindi dobbiamo ridurre il debito dai 2000 miliardi attuali a 1000, ovvero 50 miliardi l’anno). Lei non si affanni, passi un buon Natale, festeggi l’ultimo dell’anno e il 1° di gennaio si riposi a casa. Per la riduzione ci pensa il Fiscal Compact (si lo so, suona un po’ da pubblicità). Sono ripetitivo vero? Ho scritto altri post su questo tema, però sapete, se davanti a te si para un ladro, io urlo più forte che posso per farmi sentire e chiedere aiuto. Quindi, Sig. Sindaco, Lei stia tranquillo, per la riduzione del debito ci hanno già pensato altri. Le resta da ridurre la spesa pubblica, ma mi tocca deluderla anche qui. La spesa pubblica non è mai stata un problema, lo sapeva questo? Guardi, le do un aiuto. Le sarà sufficiente aprire internet, andare sul sito dell’Istat e cercare le Serie Storiche sull’aumento della spesa pubblica e del debito pubblico. Oggi sono buono e le do un altro aiuto. Sa cosa ci troverà là dentro? Troverà dei dati un po’ “strani”, ovvero che dal 1990 ad oggi i vari governi che si sono succeduti hanno “risparmiato” 511 miliardi di euro. Per parlare ancora più semplice, hanno speso meno di quello che hanno incassato. Sa cosa significa? Che la nostra spesa pubblica è sotto controllo. Certo, ci sono i Belsito, i Fiorito e altri ancora ma se dà una occhiata i governi hanno sempre (o quasi) speso meno di quello che incassavano. Perché anche Lei, e voi della Lega vi volete occupare di due problemi che di fatto o già se ne stanno occupando altri o che proprio non esistono? È un po’ come se mio papà si dovesse preoccupare di andare a lavorare domani quando è in pensione. Le sue dichiarazioni sono sbagliate e inutili (e su debito e spesa pubblica non solo le sue dichiarazioni sono sbagliate). Le faccio due proposte per le festività, su cui magari lavorare concretamente e le estendo a tutta la classe politica italiana che sembra avere così tanto a cuore i destini del nostro Paese. Oggi, Sig. Sindaco leggevo sul sole24ore.com che Deutsche Bank è stata denunciata da 3 suoi ex dipendenti per aver nascosto 12 miliardi di perdite su prodotti finanziari, e che inoltre sempre Deutsche Bank è sotto inchiesta giudiziaria negli USA per riciclaggio di denaro sporco. (fonte il Sole24ore) Questo è solo un esempio dello strapotere delle grandi banche. Le propongo di informarsi e magari di vedere se è possibile trovare qualche modo per ridurre il potere delle istituzioni finanziarie. Le do sempre un aiuto, a questo indirizzo (http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/2012/12/ecco-cio-che-sta-accadendo-in-argentina.html#comment-form) trova un paio di suggerimenti che arrivano dal governo argentino. Sono semplici, si possono fare e non “costano” nulla in termini finanziari. Seconda proposta: sempre dai dati dell’Istat Lei potrà accorgersi che il problema del debito nasce da altro. Ovvero dagli interessi e non dalla spesa pubblica. Gli interessi alimentano il nostro debito per il 95% del suo importo. Abbiamo pagato miliardi di interessi senza mai ripagare il capitale. È come se io avessi un mutuo da 100.000 euro, e dopo aver pagato 95.000 euro di interessi avessi ancora lo stesso capitale da ripagare. A me sembra un po’ strano, a Lei? Provi a verificare se esiste un soluzione reale, concreta e immediata per liberarci del debito (no, non mi dica la crescita perché lo sa anche Lei che è solo un palliativo) Faccia questo sforzo di documentarsi, una volta che ha delle risposte mi faccia sapere, fino a quel momento le chiedo di stare zitto per evitare di imbrogliare i suoi elettori, i suoi cittadini e l’Italia intera.