giovedì 1 settembre 2011

Due strade, due storie ma lo stesso obiettivo


È un periodo un po’ particolare, sto cercando di leggermi dentro, di capire al di la del rumore del mondo cosa c’è veramente dentro di me e chi sono, sto capendo le mie paure e le reazioni che ho. È strano dirlo, ma più ti spingi in fondo alla ricerca e più senti (lo sento io, e non vale mica per tutti sia chiaro) il bisogno di silenzio interiore, di spegnere quel continuo vociare che provoca la vita moderna e la tecnologia in particolare.
E proprio in questo periodo dove probabilmente sono più ricettivo e attento verso certe persone e situazioni, mi sono trovato ad ascoltare storie di amici e amiche che vanno esattamente nella mia direzione, lungo quella linea di ricerca di una profondità interiore. È strano, perché tecnicamente non fai nulla di particolare eppure si sono susseguiti incontri, telefonate ecc. che mi hanno lasciato tra lo stupito e il perplesso per la velocità e l’intensità con cui sono avvenute.
Ho già parlato dell’esperienza in montagna da Diego, ma le piacevoli sorprese non finiscono qui. Due amici, Eugenia e Matteo per motivi diversi, con strade diverse ma forse con obiettivi simili hanno condiviso con me il loro viaggio, Eugenia in Portogallo e Matteo in Spagna.
Niente diario di bordo, perché addormenterei tutti dopo 2 righe e soprattutto perché io non c’ero e quindi i dettagli non li conosco. Metto a confronto le loro 2 esperienze fatte in maniera totalmente separata per tentare di capire se sono non ci sia un denominatore comune che lega due esperienze tanto diverse quanto istruttive.
Eugenia è stata in Portogallo con alcuni amici facendo praticamente l’autostop (tecnicamente si chiama Carovana in viaggio, boleia in portoghese, poi se canno tutto Eugenia ti prego correggimi), raccontandomi tutto quello che le è capitato, di come la gente fosse molto cordiale e aperta, parlandomi di gente “strana”, un po’ particolare che viveva fuori dai normali schemi che ci imponiamo o ci vengono imposti. Mi ha raccontato del viaggio di ritorno quando si è fermata in Val di Susa dove da un po’ di tempo ci sono scontri anche violenti con la polizia per via dei lavori del TAV, rimanendo stupita come ragazzini di 13 anni ti spiegassero come riconoscere gli infiltrati parlando con una naturalezza quasi da uomini vissuti. Mi ha fatto percepire la voglia della gente che ha conosciuto di vivere fuori dal cerchio della paura perenne, di smetterla con i pregiudizi e le paure preparate a tavolino dai media, dai giornali e dai “grandi pensatori”. In sostanza un viaggio fatto nella semplicità, nella condivisione (a volte non sempre facile magari), alla ricerca probabilmente di un modo diverso di vivere, di comunicare e di essere. Quando ci siamo sentiti al telefono ho pensato che tutto sommato non sarei stato al telefono tantissimo, pensavo di sentire le solite 4 chiacchiere su un viaggio e invece la passione e la gioia che mi ha trasmesso Eugenia, ha fatto volare il tempo, senza che nemmeno me ne accorgessi. L’ho lasciata parlare senza interromperla perché sentire quel racconto in silenzio, mi pareva quasi di riviverlo, mi pareva di sentirmelo addosso, come quando da bambino leggevi la fiaba e ti immedesimavi col personaggio e i luoghi. Stessa cosa.
E poco dopo Matteo tornato dalla Spagna, mi scrive e mi fa : “Mit, dobbiamo trovarci a parlare, devo raccontarti tutto”. Oh, li per li, sapendo che era appena stato alla giornata mondiale della gioventù ho pensato: “Bon, sto qua si fa prete”. E invece….e invece ne è venuta fuori una serata squisita davanti ad una ottima pizza dopo allenamento. Non la farò lunga nemmeno qui, ma ascoltandolo ho capito un paio di cosette. Ovvero, la giornata mondiale della gioventù non significa: “Andiamo a vedere il Papa”, è qualcosa di più, che ti mette in contatto con altre persone mai viste, con luoghi nuovi e sconosciuti, che come nel caso di Matteo ti avvicina a qualcosa di assolutamente nuovo e a quanto pare di particolarmente stimolante.
Cosa è successo? È successo quello che anche Eugenia mi ha raccontato, ovvero un viaggio di scoperte, di condivisione, di festa, di comunità. Ci sono 2 momenti della nostra chiacchierata che mi sono rimasti stampati nella mente. Uno quando arriva in Spagna e gli viene assegnata la famiglia dove alloggerà per 4-5 giorni. Famiglia composta da una signora disabile, la sorella e la mamma di 88 anni, che come arrivano gli fa: “Voi per 5 giorni sarete come figli”. Non vi posso far vedere l’espressione di stupore di Matteo, ma credetemi, come avesse visto gli ufo. E l’altro quando sulla collina in attesa che alla sera ci fosse la messa, comincia a piovere e nonostante il freddo, il fango Matteo mi fa: “Oh, ero felice!”.
So di essere stato troppo veloce ma se dovessi scrivere tutto ci vorrebbe mezzo libro, quindi concludo con un paio di veloci riflessioni.
La prima riguarda i mezzi di informazione e quello che ci hanno mostrato della giornata mondiale della gioventù. La sensazione che ho avuto leggendo e guardando la tv era che tutti gli spagnoli fossero contro la manifestazione per via dei costi (contestazione che condivido visto la situazione economica della spagna e i molti silenzi della Chiesa su temi importanti, e lo scarso esempio che sta dando) e che i ragazzi arrivati li fossero dei mezzi parassiti. Poi, parlo con Matteo un paio d’ore e capisco che i giornali e tutti i media non guardano alle persone ma semplicemente alle istituzioni, al Papa, al governo spagnolo, alla proteste (generalizzando e banalizzando). Ma se io, come molti altri, abbiamo la fortuna di essere portati dentro a queste cose da persone che le hanno vissute in prima persona, ti accorgi che i singoli aspirano a cose diverse, chiedono cose diverse e vogliono essere ascoltati per quello che sono, senza tanti clamori. Eugenia e Matteo, finendo qui questo post, mi hanno fatto capire che ci sono forse non milioni, ma decine di migliaia di persone che vogliono vivere in maniera diversa, al di fuori di quello che ci impone la politica, la tv, i giornali, la crisi economica o i mercati. Vogliono essere, sperimentare, vedere, capire. Loro due hanno imparato una lezione, altrettanto ho fatto io toccando attraverso i loro racconti cosa sia la vita reale, al di fuori dei preconcetti, degli schemi, dei doveri e della frenesia quotidiana che ti fa dimenticare un sacco di sensazioni e emozioni.
P.S: aggiorno sto articolo il giorno dopo averlo scritto aggiungendo una considerazione che mi ha passato Eugenia sul suo viaggio:
“Il viaggio in carovana è un'esperienza rigenerante e allo stesso tempo spossante. E' complicato da spiegare in poche parole però volendo essere concisi si può definire come un viaggio "sociologico", nel senso più antico e profondo del termine "viaggio". Non è una vacanza come la intendiamo adesso ma è un modo per affrontare la vita e le persone diversamente da come solitamente siamo abituati a fare: il tempo non è un problema e gli imprevisti sono l'occasione per fare nuove esperienze. Io penso che sia fantastico riuscire a vivere (anche se per poche settimane) senza vincoli di tempo e spazio, senza l'angoscia di sbagliare o di avere dei vincoli obbligatori da rispettare. “

2 commenti:

Diego Luison ha detto...

In altri termini, la differenza tra turista e viaggiatore. Bravo Mit, grazie per aver condiviso.

Diego Pomarè ha detto...

Leggendo quello che hai scritto mi viene in mente un altro viaggio, quello che fece un tempo un Piccolo Principe..Egli incontra vari personaggi che gli fan vedere un mondo per lui nuovo. Ognuno di essi simboleggia gli aspetti, i comportamenti dell'uomo: da quello che continuamente conta le stelle convinto di possederle a colui che crede di regnare sull’universo intero quando non c’è nessuno a sapere della sua esistenza; da chi è ligio al suo dovere al limite del paradosso a chi è vanitoso e vive nell’attesa che qualcuno lo ammiri…
ma alla fine, si scopre che l'esssenziale è invisibile agli occhi!E' vero,Michele, bisognerebbe darsi un tempo ed uno spazio..o meglio, non darseli, per andare oltre! per accorgersi ed incontrare la bellezza che è in ogni cosa, in ogni persona...dalla rosa che fiorisce su un pianeta lontano alla volpe addomesticata sulla terra!
Grazie per la condivisione