lunedì 15 ottobre 2012

L'euro, il suo inganno e la mancanza di critica di chi dovrebbe sapere!

Noi (tutti) siamo quelli che gridano: “Al lupo, al lupo!!”, ma che poi non vanno a combattere contro il lupo per fare in modo che il gregge possa andare verso i pascoli migliori. No, noi ci preoccupiamo del lupo, lo identifichiamo pure come il nostro maggior pericolo ma poi rimaniamo fermi, non affrontiamo il problema, lo spostiamo in avanti. Il lupo così rimarrà sempre la, diventerà sempre più forte, cattivo e continuerà a sfamarsi del gregge indifeso. Perché scrivo queste cose scontate e banali? Per introdurre questo nuovo post che arriva a “caldo” dopo una mattina a Piazzola sul Brenta ad ascoltare una conferenza sul “risparmio”. Relatori: Dario Vezzaro, (responsabile Banca Etica di Padova), Federico Righi (direttore filiale di Piazzola sul Brenta della Banca di Credito Cooperativo), un imprenditore metalmeccanico di Cittadella (non ricordo il nome, perdonatemi) e alcuni professori della scuola superiore “Rolando da Piazzola”. I ragazzi di quinta superiore aprono la riunione con una serie di slide, introducendo concetti legati alla crisi economica attuale, alla finanza speculativa, all’etica bancaria e altri concetti pienamente condivisibili come quello di riconoscere come gli investimenti si siano spostati negli anni dall’economia reale a quella finanziaria. Si prosegue poi con Banca Etica e Banca Cooperativa che spiegano la loro funzione, i loro scopi e pongono l’accento (giustamente) sul fatto che in questo momento è necessario sapere non tanto se gli investimenti fatti porteranno ad un utile, ma soprattutto se questi investimenti servono alla comunità, al sociale, al benessere delle persone. Perfetto, tutto fila liscio, tutto è all’interno di un uso consapevole dei nostri strumenti e possibilità. Riconoscere che una banca messa nel contesto giusto con regole ferree può svolgere (o deve meglio) un lavoro sociale e rappresenta semplicemente il veicolo per finanziare i progetti di una comunità. L’imprenditore ci spiega il significato del risparmio e dell’aver investito sempre nella sua attività e non aver speculato. L’aver investito sul suo lavoro gli ha permesso di avere una liquidità extra per affrontare la crisi, innovare e investire. Parla del capitalismo finanziario e delle distorsioni create da questo sistema. Anche qui, tutto perfetto, spiegazione impenetrabile, applausi. Si apre il dibattito (cosa non sempre automatica e quindi da apprezzare, anche perché le domande e gli interventi sono stati tanti). Ci provo anche io, non perché sia particolarmente ispirato ma perché per tutta la mattinata ho sempre avuto la sensazione che i relatori rimanessero sempre nell’astratto.
Butto li qualche domanda, cosa ne pensate dell’euro e della perdita di sovranità monetaria? Cosa ne pensate di una moneta che comperiamo a debito creando sempre e solo debito? Lo sapete come si finanziano gli Stati? Potete spiegare agli studenti il Fiscal Compact, il pareggio di Bilancio e il Fondo Salva-Stati (ovviamente non oggi ma in un anno scolastico)? Giusto per dire a questi giovani che da qui a 20 anni saranno più poveri, più marginalizzati, più schiavi di un sistema fondato sul debito. Potete, possiamo fare questo sforzo? Essere onesti verso noi stessi e verso i più giovani e mostrargli un grande inganno? Fine del mio intervento. Mi viene risposto dai relatori (tutti) che l’euro è una risorsa, che senza l’euro sarebbe stata ancora più dura e che dobbiamo dare una speranza a questi ragazzi e non essere catastrofici. Ma come io catastrofico? Ma avete parlato voi per 2 ore di finanza speculativa, subprime, poteri enormi. Io catastrofico per due domande, due proposte rivolte ai giovani? Va bè, lasciamo correre su questo e andiamo a vedere la grande opportunità dell’euro: -Pil in crollo verticale, debito pubblico fuori controllo (il 95% del debito è alimentato dagli interessi e non da spesa pubblica), export negativo dal 2002, centinaia di aziende che chiudono o che vengono acquisite da aziende straniere, stipendi al palo, disoccupazione in aumento soprattutto tra i giovani, distruzione dei diritti dei lavoratori, svendita del patrimonio pubblico per diminuire il debito, totale sudditanza alla finanza speculativa. Una moneta non “nostra”, che lo Stato italiano acquista ogni volta che deve affrontare una spesa e che più spende più si indebita. Tradotto: più fate, più investite, più risparmiate, più lavorate e più create debito, perché usate una moneta nata su un debito. I dati dicono questo, dicono che siamo usciti dalle 10 nazioni più ricche al mondo quando negli anni ’80 eravamo primi al mondo per risparmio privato e questo anche perché avevamo una moneta sovrana (lira) con una Banca Centrale che monetizzava la spesa e garantiva il debito dello Stato. Tradotto: eravamo sovrani della nostra economia, delle nostre scelte e dei nostri progetti. Ora no, ora non c’è più nulla di sovrano e siamo in balia di un monopolista (BCE) che decide per tutti noi, e senza che nessuno possa dire nulla sul suo operato. Chiudo dicendo due cose: la prima è che questo post non è contro Banca Etica e il suo lavoro ma semplicemente contro quell’idea che l’euro è la nostra salvezza e non è negoziabile o rivedibile. Tutto qua. La seconda cosa è che mi stupisce come rappresentanti di istituzioni bancarie e imprenditori non sanno cosa significa Fiscal Compact e pareggio di Bilancio per la nostra economia. Mi stupisco che professori di economia di scuola superiore non entrino nel merito delle domande che ho posto. Non ho ricevuto risposta sul Fiscal Compact ma è stata spiegata la Tobin Tax. Certo, la Tobin Tax è sbandierata ovunque, il Fiscal Compact no. Ma se ai vostri studenti non spiegate questo, tra un anno quando saranno lavoratori, o quando penseranno al loro futuro e a come sistemare le cose, non avranno le armi adatte per farlo. Come andare contro il miglior esercito al mondo avendo in mano un bastone di legno. Non possiamo quindi fermarci a indignarci per il lupo e a scandalizzarci se ci mangia le pecore. Dobbiamo prendere il lupo e rinchiuderlo, renderlo inoffensivo per liberarci dalla paura, dalla superstizione. L’euro come moneta e i trattati fanno parte di questo grande inganno. Non possiamo volere più etica, più benessere, più economia reale se non sconfiggiamo la paura di parlare della nostra moneta e dei suoi paradossi. E se non lo facciamo manderemo le nostre generazioni al massacro.

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