giovedì 29 novembre 2012

Il senso che verrà....

Questo blog è aperto da tempo, credo fosse il 2009 se non ricordo male e l’ho sempre utilizzato come valvola di sfogo per mettere li pensieri e opinioni. Senza nessuna velleità e senza nessuno scopo particolare. Ho sempre scritto più o meno a caso, nel senso che non c’era un filo logico, proponevo argomenti slegati uno dall’altro, per circa un anno non ho più scritto. Era tutto casuale e impulsivo.
Ora per vari motivi, credo sia arrivato il momento di dare un “senso” a questo blog, tenendo comunque ferme le due caratteristiche fondanti, ovvero nessuna velleità e nessun motivo di pubblicità finalizzato a qualcosa di diverso che non sia il puro piacere di scrivere e far riflettere (per quanto possibile). A volte nella vita ci sono dei periodi che influenzeranno per sempre la tua esistenza, e penso che quello che sto vivendo da un anno a questa parte ricada proprio in uno di quei periodi. Si dice che la verità sia come la cicoria, amara, ma una volta che l’hai provata non puoi più farne a meno. No, non ho la presunzione di avere la verità dalla mia parte, al massimo aver trovato un “senso” in quello che vedo succedere ogni giorno nella nostra società e nella nostra economia. Il che non fa di me un saggio, un visionario o un predicatore, molto più semplicemente fa di me una persona libera dalla paura. Paura del fare, del dire, dell’essere. Vi tralascio i dettagli del perché questo anno sia stato così importante e del come sia uscito da un pensiero basato sulla paura, ritrovando il coraggio e la responsabilità delle mie azioni. Credo che la nostra società sia fondamentalmente basata sulla paura e sulla mancanza di responsabilità. Paura a 360 gradi, paura del terrorismo, paura dell’immigrato, paura delle malattie, paura della crisi economica, di perdere il posto di lavoro, paura di dire la propria anche quando nessuno ti sostiene. Sarà utile, se non fondamentale tornare ad insegnare il coraggio e la responsabilità, concetti che vanno di pari passo nella crescita di una persona e di una società sana. Infatti il coraggio senza responsabilità crea solo dei martiri, la responsabilità senza coraggio crea personalismi dannosi e inutili. Provo a dare un senso a quello che mi circonda. Vi chiedo, qual è il senso di salvare una banca come Monte dei Paschi di Siena con 6 miliardi di euro e poi dichiarare con la sanità non sarà sostenibile se non arriveranno finanziamenti privati anche dall’estero? Vi chiedo, qual è il senso di bloccare le pensioni e creare migliaia di esodati solamente per rendere sostenibili le nostre finanze pubbliche per essere “belli” agli occhi dei tanto decantati “mercati internazionali”? Vi chiedo, che senso ha massacrare lavoratori, aziende, distruggere il futuro, le speranze di milioni di italiani solamente perché ce lo impone l’Europa? Vi chiedo, è giusto che i giovani lavorino praticamente gratis (uno stage a 300 euro al mese a Milano come lo definite?) e permettere ai grandi banchieri e speculatori di fare fortune immense solo giocando coi i debiti pubblici degli stati o giocando in Borsa? Vi chiedo, è giusto tagliare 7400 posti letto negli ospedali e aumentare le spese militari? Vi chiedo se sapete chi ce lo impone? Vi chiedo quando la smetteremo di ragionare sempre nella stessa maniera: “Bè, guarda finché dura e non mi tocca, non è un problema”? Vi chiedo, quando ne avremo abbastanza di elemosinare la vita? Vi chiedo, la vedete la Grecia laggiù in fondo? O fate finta di non vederla come quando per strada vediamo un senza tetto? Laggiù in fondo, nella culla della civiltà 500.000 bambini sono sotto il livello di nutrimento giornaliero secondo l’OCSE! E l’Italia sta seguendo le stesse ricette imposte ai greci. I risanamenti dei conti pubblici valgono questi sacrifici? Vale il fatto di leggere di bambini che nelle classi svengono sui banchi? Vi chiedo, siamo democratici? Siamo cattolici? Ma soprattutto siamo umani? In nome di cosa sacrifichiamo il nostro fratello di sangue? In nome di cosa quei 500.000 bambini devono soffrire la fame e il dolore? Ditemelo, perché io ancora non l’ho capito. Quello che noi chiamiamo capitalismo, finanza, speculazione, si è trasformato in qualcosa di diverso. Si è trasformato in sciacallaggio, distruzione, abbandono. Abbiamo parole bellissime dentro alla nostra Costituzione che proteggono la libertà di espressione, religiosa, che tutelano il lavoro, la dignità umana, la libera iniziativa, ma che senso hanno in un paese dove migliaia di famiglie non sanno mettere assieme il pranzo con la cena, dove più di 1 milione di persone rimanda gli interventi dentistici, e dove l’11% degli italiani d’inverno non può scaldarsi. Qual è il senso di tutto ciò? Ripudiamo la guerra ma aumentiamo gli armamenti e forniamo basi e aerei per bombardare uno stato sovrano come la Libia? A cosa serve mandare i nostri militari in Afghanistan e Iraq per sostenere la democrazia, quando in patria la democrazia è ridotta al lumicino Ecco quindi il senso di “coraggio” e “responsabilità”. Coraggio come uomini, comunità, come nazione di decidere quali sono i nostri valori fondanti per poi insegnarli e trasmetterli. Di conseguenza la responsabilità di sostenere quei valori in prima persona tramite una democrazia diretta smettendola di delegare a persone incapaci un lavoro fondamentale come quello di proteggere e migliorare il “bene comune”. Saremo in grado di abbandonare il nostro ego, il nostro tepore mentale, il nostro affanno tecnologico, la nostra ansia di apparire, per occuparci finalmente e realmente con coraggio e responsabilità di quello che ci sta attorno? Saremo in grado di liberarci dalla paura collettivamente? È su questo secondo me che si gioca il futuro, ovvero la possibilità di liberarci da idee preconcette, di porci domande scomode e di avere il coraggio di trovare risponde sincere. Da ora in poi in questo blog ricercherò per quel che mi è possibile il senso delle cose, delle parole, delle notizie.
Questo post lo dedico a Silvia, Alessandra, Mavry, Massi. Miei carissimi amici che ognuno a modo suo, con le proprie forze e i propri talenti stanno compiendo un viaggio ammirevole per trovare il "senso" e che rifiutano di vivere nella pausa. Lo dedico in special modo a Marta, mia compagna di vita, che in ogni singolo istante mi insegna l'importanza dei dettagli, dell'umiltà, della passione, del saper sorridere attraverso la pioggia.

2 commenti:

Nicola Rigoni ha detto...

Ciao Mit, congruenza e autenticità colgo in queste tue parole. Per motivi diversi e diversi percorsi, sono riuscito prima ad allentarne la morsa della paura, poi gradualmente ad accantonarla. Vale sempre la pena di dire ciò che pensi, che ti diano la parola per farlo oppure no.
Soffi il vento sulle vele della tua barca. Buona strada. Nicola

Nicola Rigoni ha detto...

Ciao Mit, congruenza e autenticità colgo in queste tue parole. Per motivi diversi e diversi percorsi, sono riuscito prima ad allentare la morsa della paura, poi gradualmente ad accantonarla. Vale sempre la pena di dire ciò che pensi, che ti diano la parola per farlo oppure no.
Soffi il vento sulle vele della tua barca. Buona strada. Nicola