sabato 3 ottobre 2009

Il bianco e il nero


Questa mattina appena alzato ho dato una stanca occhiata fuori dalla finestra e il primo giorno di ottobre mostra i primi segni dell’autunno. Una nebbia fitta che oscura l’orizzonte lasciandomi un po’ di malinconia di questa estate appena passata. La mente ci mette un po’ ad abituarsi a questo nuovo paesaggio un po’ più triste ma comunque affascinante, faccio colazione, mi lavo il viso e mi cambio pronto per andare a lavorare. Davanti a me, sul letto questa mattina mi trovo con un insolita scelta, una maglietta bianca e una nera. Sarà la prima nebbia, i miei pensieri ancora assonnati, la stanza ancora in penombra, ma li per li scelgo la maglietta nera. La infilo, la faccio sparire dentro alla salopette e mi lascio la porta di casa alle spalle facendomi abbracciare da una giornata uggiosa, ma calda, indecisa come me in quel momento.

Ora sono in ufficio, sono passate un paio d’ore, e guardo la mia maglietta nera e mi chiedo il perché di questa scelta. Perché non quella bianca? La scelta è avvenuta non casualmente, come detto prima, ma spinta da sensazioni, dalla situazione atmosferica, dalla stanza buia. La scelta del nero è stata probabilmente solo una continuazione mentale del mio essere in quel momento. E allora mi chiedo, cos’è il bianco e cos’è il nero? Solo due colori o due modi opposti di vedere le cose?

Faccio questa analisi perché ho alcuni pensieri che mi ronzano in testa e li voglio condividere, sapere cosa ne pensano gli altri, cosa c’è li fuori. In pratica voglio capire in cosa consiste la divisione tra bianco e nero nella nostra società, intesa come società occidentale (termine che odio). La riflessione parte dall’ 11 settembre 2001, dalla caduta delle Torri Gemelle ( e non mi addentro in analisi su chi o cosa abbia colpito le due Torri), e dall’entrata nelle guerra globale al terrorismo. Da quel giorno in poi siamo stati martellati dalla guerra del bene contro il male. Propongo oggi un giochino, per ragionare sull’associazione di determinate parole tipo terrorismo, bombe intelligenti, talebani, guerra di pace, esportare la democrazia e altre ancora.

Dal vocabolario la parola bianco identifica: purezza, neve, essere candidi, luce, bellezza, delicatezza ecc ecc. Nero invece esattamente il contrario: scuro, tenebre, sporco ecc. Fin qui niente di nuovo, ma se comincio a mettere assieme i pezzi de puzzle viene fuori una cosa del genere:

talebani=nero, bombe intelligenti=bianco, terrorismo=nero, guerra di pace=bianco e ancora burqa=nero minigonna=bianco, Islam=nero Cristianesimo=bianco, nucleare iraniano=nero, 3000 testate nucleari americane=bianco, jihad=nero esportare la democrazia=bianco.

Ecco l’assurdità dei nostri tempi, aver ridotto la vita, l’interazione tra persone e la mescolanza di civiltà, culture a due colori, a due stati d’animo e a due visioni opposte. Aver deciso a priori che noi, inteso come occidente, siamo bianchi, ovvero puri, giusti e sempre dalla parte della ragione è un rigurgito tremendo di presunta superiorità, di occidentalizzazione del mondo, aspetto che a me spaventa non poco. Cosa ci ha dato l’esportazione della democrazia in Iraq e in Afghanistan? Più o meno sicurezza (percepita)? Quanti morti civili e innocenti sono morti sotto bombe alleate? Non difendo regimi crudeli e sanguinari, ma penso che anche nell’occidente, anima del progresso, molte democrazie siano colpevoli di feroci guerre e di tremende violenze. Ogni giorno basta aprire un giornale a caso e si possono leggere articoli del genere: “Afghanistan, raid olandese fa strage di donne e bambine. Nove i civili uccisi. L’Isaf si difende: “procedure rispettate”. Ci nascondiamo dietro ai morti a norma di legge, ma nove persone, nove vite umane sono state spezzate per una decisione superiore presa da uno stato a migliaia di kilometri di distanza. È talmente lontana questa guerra e talmente assurda che 9 persone morte non ci dicono nulla, diventano “effetti collaterali” di una invasione, freddi numeri che passano per i tg che noi guardiamo comodamente seduti nel tepore di casa nostra. Stiamo tutti vivendo la più grande ipocrisia di questo inizio secolo, i governi occidentali sono il bianco, tutto il resto è nero. Cosa ancora più grave è che sono stati eliminati i colori intermedi, le sfumature, le diversità, le voci fuori dal coro che avrebbero potuto indicare una soluzione diversa a questo scontro di civiltà. Mi riconosco nelle parole di Tiziano Terzani che riteneva che ogni popolo dovesse crescere e svilupparsi con una propria identità, e faceva l’esempio del burqa affermando che la donna afgana aspira appena diventa grande a portare questo abito, ma è ovvio che se questa stessa donna viene a contatto con la nostra cultura è molto probabile che il burqa lo sostituirebbe con altri tipi di vestiti. Il mondo e le culture sono in continuo movimento, e i colori bianco e nero non lo identificano per nulla. Ho ancora addosso la stessa maglietta nera di questa mattina, e mi accorgo che dopo quello che ho scritto, il bianco e il nero sono i due colori di uno stesso problema. Domani sceglierò un colore diverso per ricordate a me stesso che il mondo continua ad essere molto più complesso e sfaccettato di quello che molti ci vogliono far credere.

11 commenti:

zia paola ha detto...

hai proprio ragione Michele, il mondo non è più a colori ma in bianco e nero..che in fondo sono lo stesso colore..non si riesce più a distinguere i vari colori, e nei colori le varie sfumature, e me ne accorgo spesso quando parlo con le tue cugine ( agata e sofia). Sta a noi "più adulti" insegnare ai ragazzi a guardare oltre, a cogliere le sfumature...e a quelli come te (che oltre a saper porsi domande sanno darsi ottime risposte) di continuare a parlane, qui o direttamente con gli amici, e in futuro con i figli...forse qualcosa si può ancora fare...o no?..
P.S....non sapevo di avere un nipote che sa essere così "intelligente"...continua così!! ciao zia paola

Diego Luison ha detto...

Bellissimo post Michele, un po' Matrix con pillola rossa e blu, ma tu avevi maglietta bianca e maglietta nera. Ottimo spunto di riflessione. E se ne avessi avuta una grigia e una verde? E se ne avessi avuta una sola? Alla prossima puntata.

Anonimo ha detto...

Ah signor Cogno..bel post, non c'è dubbio..ma la differenza tra bianco e nero è soggettiva e, cm spesso accade, dipende dal punto di vista..guarda quello che hai scritto con gli okki di un talebano o chicchessia: talebani= bianco, bombe intelligenti= nero ecc..ecc...non è il mondo occidentale ad aver diviso il mondo in bianco e nero!no?

El to centro!

Michele Cogno ha detto...

Tutti ottimi spunti. Se come dice Diego avessi avuto una unica maglietta? Allora non mi sarei posto il problema, la mia vita starebbe correndo su un binario a senso unico, dove dubbi e tristezza non verrebbero presi in considerazione. La domanda finale del "Centro" andrebbe discussa ampiamente, ma in sostanza bisogna chiederci quale differenza ci sia tra un attacco terroristico e una bomba da 2 tonnellate sganciata da 5000 metri in nome della democrazia. Io penso nessuna.

P.S.: grazie alla zia Paola che non sospettavo essere una internauta e che invece mi sorprende...buona lezione sul bianco e nero con tutta la famiglia!!

Anonimo ha detto...

No infatti, non c'è nessuna differenza nell'atto in se, ma c'è differenza nel punto di vista in cui si vede la cosa. Mi pare di ricordare che l'11 settembre 2001 c'era gente ubriaca di festeggiamenti e che bruciava bandiere USA. Quindi un giorno nero, per noi, era bianchissimo per altre persone...In sostanza è troppo grande la distanza che divide questi due mondi. Può esserci tolleranza o si puo mantenere rapporti di buon vicinato..cm mi auguro..ma un integrazione è impossibile!

By el centro

Anonimo ha detto...

Complimenti capitano x l'argomento trattato e per i vari spunti di dibattito. Il bianco e il nero sono colori opposti ma x un certo senso simili e confondibili.Quello ke io penso è ke l'uomo occidentale, sia dall'antichità,si sia posto su un piedistallo e veda il resto con diffidenza e presunzione.Basti pensare al colonialismo, che diritto aveva l'uomo bianco x conquistare e rendere in schiavitù le popolazioni locali?In cuore di tenebra conrad dice ke il protagonista parte x il congo pensando di trovare lì la tenebra ma al suo ritorno dirà ke la tenebra è nell'occidente...anke oggi si può notare una diffidenza inspiegabile x qualsiasi cosa o persona diversa dalle nostre abitudini e subito viene giudicata in malo modo...x quanto riguarda l'11 settmbre 2001 è un argomento troppo vasto,delicato e per certi versi oscuro da trattare ma dal mio punto di vista anke qualke americano e occidentale considera bianco quel giorno...
Matteo

Diego Luison ha detto...

Scusate l'OT, ma Matteo ha letto Conrad ... quanti anni hai?

Anonimo ha detto...

quasi 19...perkè?
Matteo

Michele Cogno ha detto...

Eh...Matteo è giovane, e sta sorprendendo pure me....

Diego Luison ha detto...

Il perché con la "K" delude un po', ma sono considerazioni da vecchi. La risposta è una sorta di complimento: pochi alla tua età hanno letto heart of darkness, e una piccola percentuale di quei pochi ha capito la modernità del messaggio che Conrad ha voluto trasmettere. Se questo è l'inizio ... Ciao, Diego.

Anonimo ha detto...

la k è un modo sbrigativo...cmq grazie per il complimento...concordo con te quando dici che sono pochi i giovani che si interessano a queste questioni ma spero che in un futuro ce ne siano sempre di più perchè il dibattito su questioni così importanti, anche se affrontato con opinioni diverse, è sempre costruttivo
Matteo