lunedì 5 marzo 2012

Spieghiamo cos'è il Fiscal Compact (soffrire, soffrire, soffrire)



Aaaahhhhh questo governo dei tecnici. Proprio bravo questo governo e proprio bravi questi tecnici, talmente bravi da non farci capire che ci stanno ammazzando, anzi ci stanno facendo sanguinare ma lo fanno con rigore, sobrietà, per il nostro benessere, lo fanno con diligenza e senza perdere tempo. Bravi, proprio bravi, bravi bravissimi, va che quasi mi alzo in piedi ad applaudire….
Sarebbero da rinchiuderli tutti per alto tradimento e altri reati piuttosto simpatici, e invece i sondaggi (ma chi si fida più dei sondaggi?) ci dicono che sto governo Monti piace, piace a quasi il 60% della gente. Roba che se si candida alla prossime politiche vince senza mancojavascript:void(0) spettinarsi il ciuffo. Perché i tecnici sono seri, preparati e vogliono il bene dell’Italia!!!! Ahahahahahahahahahahaha!!! Ok adesso la smetto con le barzellette altrimenti perdo il filo del discorso.
Argomento del giorno: FISCAL COMPACT. Ve la metto giù semplice, siamo sotto attacco nucleare e noi ci preoccupiamo per la rissa al bar sotto casa. Sento già i primi mormorii: “Va bè dai Michele, sei il solito che pensa sempre che vada tutto male, pensa positivo dai!”.
Può essere ma vi chiedo di prestare estrema attenzione alla prossime righe, sperando di essere chiaro e conciso nell’esposizione.
Negli ultimi post che abbiamo pubblicato io e Matteo vi abbiamo dimostrato come il debito pubblico (di qualsiasi Stato) è la ricchezza dei cittadini. Ovvero, se uno Stato spende di più di quello che incassa con le tasse allora i cittadini si ritrovano con i loro conti correnti più “gonfi” se invece lo Stato tassa di più di quello che spende allora i cittadini si trovano con dei conti correnti “sgonfiati”. Quindi più uno Stato spende a deficit più i cittadini possono usufruire di questa ricchezza.
Già qui dovreste essere inquietati perché è da mesi che per tv, radio, giornali i nostri politici e i nostri tecnici ci dicono che dobbiamo arrivare al pareggio di bilancio e che anzi, ora bisogna che lo Stato chiuda in attivo (un po’ come una azienda o una famiglia). Anzi, ci faranno cambiare la Costituzione per imporre il surplus di bilancio senza sapere che è già da anni che l’Italia ha un attivo di bilancio (e fatalità stiamo perdendo mercato, posti di lavoro, risparmi e ricchezza). Ci dicono che lo Stato deve essere come una famiglia, deve spendere meno di quello che incassa. Ah si? Balla spaziale, gli Stati Uniti d’America hanno un bilancio in passivo da almeno 173 anni. Avete mai visto una famiglia stare in passivo così a lungo? Inoltre gli Stati Uniti d’America sono mai stati a rischio default? Così a ricordi no. E come mai? Perché uno Stato a moneta sovrana non può mai fare default a meno che non sia una scelta politica, ma un default non sarà mai per scelta tecnica. Ora i signori dell’Europa e il nostro governo ci impongo l’austerità, niente spesa pubblica, tagli selvaggi e privatizzazioni. Bel modo di risolvere una crisi del genere. Ma arriviamo al Fiscal Compact. Cosa introduce? Cito il professore Gustavo Piga (università degli studi a Tor Vergata):
“… (Introduce)la regoletta che ogni Paese che abbia un rapporto debito pubblico su PIL superiore al 60% (come l’Italia) dovrà impegnarsi a ridurlo ogni anno per 1/20 della distanza dal valore di riferimento. Per capirci: siamo oggi al 120%, del 60% superiore al valore di riferimento del 60%? Bene (mica tanto), ogni anno dovremo ridurlo del 60/20= 3 % ogni anno. Cioè ogni anno ci dobbiamo impegnare a ridurre di circa 40-50 miliardi il nostro debito (di più se siamo in recessione, con il PIL che cade). […] 3% di PIL di debito in meno ogni anno non è nemmeno pensabile poterlo fare con sole manovre di austerità rigoriste, anche se queste saranno – dopo l’approvazione di questa regola – addirittura più dure di quanto non lo sarebbero state con il solo obiettivo del bilancio di pareggio. Di fatto saranno un modo per obbligare i prossimi governi (e questo) a vendere i gioielli di famiglia, privatizzare il privatizzabile, da aziende strategiche a servizi pubblici locali a patrimonio pubblico. Nel momento peggiore per vendere, quando l’economia non tira. A casaccio, sotto la spinta dell’emergenza.
Chiaro fino a qui? Vado oltre, vediamo cosa dicono gli articoli di questo accordo:
Articolo 3
1. Le parti contraenti applicano le seguenti regole, in aggiunta e fatti salvi gli obblighi derivanti dal diritto dell’Unione:
a) I ricavi e le spese dei bilanci delle amministrazioni pubbliche devono essere in pareggio o in avanzo. Le parti contraenti possono temporaneamente sostenere deficit solo per tener conto dell’impatto sul bilancio del ciclo economico e, al di là di tale impatto, in caso di circostanze economiche eccezionali, o in periodi di grave recessione economica, a condizione che ciò non metta a repentaglio la sostenibilità di bilancio a medio termine.
b) La regola di cui al punto a) si considera rispettata se il deficit strutturale annuo della pubblica amministrazione non super il valore di riferimento specifico per ciascun paese, che assicura un adeguato margine di sicurezza rispetto al valore di riferimento del 3% di cui all’articolo 1 del protocollo (n. 12) sulla procedura per i disavanzi eccessivi, allegato al trattato sull’Unione europea e al TFUE (di seguito ‘Protocollo n. 12′), così come rapidi progressi verso la sostenibilità, tenendo conto anche dell’impatto sul bilancio dell’invecchiamento. Le parti contraenti garantiscono la convergenza verso i rispettivi valori di riferimento per ciascun paese. Come regola generale, il valore specifico di riferimento per ciascun paese non deve superare lo 0,5% del PIL nominale.
Avanzo di bilancio, 0,5% di spesa a deficit (significa per uno Stato non poter spendere di fatto, significa distruggere un tessuto economico e sociale)
Articolo 4
Quando il rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo supera il valore di riferimento del 60% di cui all’articolo 1 del Protocollo n. 12, le Parti contraenti si impegnano a ridurlo ad un tasso medio di un ventesimo l’anno come punto di riferimento.
1/20 per l’Italia significa circa 50 miliardi di euro l’anno, addirittura di più se siamo in recessione. Mio papà mi faceva notare che la spesa sanitaria è di circa 100 miliardi all’anno e la spesa per le pensioni è circa dello stesso importo. Questo accordo taglia 50 miliardi l’anno, quindi possiamo dire che nell’arco di 4-5 la spesa sanitaria e per le pensioni potrebbe ricevere tagli che non abbiamo mai visto fino ad ora.
Articolo 5
Le parti contraenti che sono oggetto di una procedura per i disavanzi eccessivi secondo i trattati dell’Unione, mettono in atto il programma per una partnership di bilancio ed economica con valore vincolante, contenente una descrizione dettagliata delle riforme strutturali necessarie per garantire una correzione efficace e durevole dei disavanzi eccessivi. Tali programmi devono essere presentati alla Commissione e al Consiglio europei.
Significato? Che il nostro parlamento verrà esautorato definitivamente dal decidere della nostra vita economica. Sarà qualcun altro a decidere come dovremmo spendere e cosa dovremmo fare per sistemare i conti. È come avere un papà senza portafoglio che non può dare da mangiare ai propri figli. Un dramma!!
Articolo 8
Ogni parte contraente che ritenga che un’altra Parte contraente non abbia rispettato l’Articolo 3 (2) può portare la questione dinanzi alla Corte di giustizia dell’Unione europea. La sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea è vincolante per le parti, che adotteranno le misure necessarie per conformarsi alla sentenza entro un termine che sarà deciso dal detto Tribunale. L’applicazione delle regole messe in atto dalle parti contraenti di rispettare l’articolo 3 (2) sarà oggetto di revisione dei tribunali nazionali delle Parti contraenti.
E questa è la perla di saggezza dei nostri tecnocrati europei. Se qualcuno sgarra, un altro Stato può portare il tutto davanti alla Corte di Giustizia Europea. La sentenza è vincolante e ci si dovrà conformare alla sentenza anche se questo significherà massacrare i lavoratori, distruggere la spesa sociale, le pensioni o la sanità. E ovviamente esautora il nostro parlamento, e i nostri organi di controllo.
Benvenuti nel nuovo incubo europeo. Questo come dicevo prima è un attacco nucleare senza precedenti. Potete fare qualsiasi tipo di considerazione e far rigirare i numeri come volete, ma questo è un patto ed è vincolante e peggio ancora chi non lo segue può essere denunciato. Siamo già di fatto in un’epoca post democratica visto che le decisioni non sono avallate da nessuno e non è il parlamento europeo che le fa, ma è una commissione non eletta da nessuno. Vogliono strangolarci per due motivi: aumentare a dismisura i profitti del business e per riportare indietro la storia, per distruggere quel piccolo barlume di democrazia che ci resta. Qui a mio avviso non si tratta più di provare ad apportare correzioni a questo sistema, si tratta di smantellarlo e ripartire con una idea di società diversa, con valori diversi, con una propria sovranità monetaria e politica.

2 commenti:

Nicola ha detto...

Una premessa: non sono colpevolista, né voglio fare il moralista da quattro soldi.
Una domanda: perché la Grecia ha truccato i suoi bilanci? E' una cosa che uno Stato può fare?
Mi dispiace molto per la famiglia greca, depauperata di capacità di spesa, lavoro, forse anche di diritti. Ma i loro governanti degli ultimi diciamo trent'anni che fecero coi soldi dello Stato?

Una nota: non sono molto sicuro che ai tedeschi (parlamentari e cittadini) faccia piacere contribuire a salvare la Grecia.
Basta leggere alcuni tra i quotidiani economici più autorevoli
di Germania. Di una cosa sono certo, perché conosco l'anima tedesca per conoscenza diretta e indiretta: la gestione corretta del denaro pubblico e la conduzione dell'economia nazionale appartengono a quel ramo della filosoafia morale che noi in Italia non abbiamo mai avuto. Avere uno Stato dai conti in ordine per i tedeschi è un obbligo morale.

Un pensiero: sono convinto che per uscire da questo giogo imbarazzante (per enormità) del nostro debito pubblico l'unica via d'uscita sia annullarlo, come fece l'Islanda non più tardi di 5 o 6 anni fa. Gli islandesi rifiutarono austerity e aumento delle tasse e si ruppero i coglioni: spazzarono via una classe politica inetta e portarono alla luce gli accordi fatti "sotto banco" tra Stato e banche islandesi.

Sull'uscita dall'euro, invece, parliamone. Quali sarebbero gli effetti di un possibile ritorno alla lira?

Un caro saluto. Nicola Rigoni

Anonimo ha detto...

Ora, concordo con Nicola Rigoni in merito a quanto scritto sulla moralitá nella gestione dei conti pubblici, tra l'altro noi parliamo sempre della Germania ma mai dei Paesi Nordici, i quali sono ancora piú avanti, ma vabbé. Comunque, nel post precedente si parla di cicale e formiche, paragone azzeccato, ma secondo me manca un punto, ovvero il parlare di stati-cicala (stati volutamente con la minuscola) e Stati-formica. Giustamente si dice che cicale e formiche sono ovunque (grande veritá) ma non si dice che in alcuni Stati le cicale sono moooooolte piú delle formiche, vedasi l'Italica filosofia del "magna e fotti", finché ce n'é. La Grecia viene considerata uno stato-cicala, perché in effetti lo é stato, perché questo andava bene ai suoi dirigenti ed a parte dei loro elettori. Ora che l'estate é finita, chi avuto ha avuto e chi ha dato continua a dare e dá sempre piú, e del passato un ce putimm scordare, dato che l'Europa vuole conti chiari. A farne le spese, sono in primis le formiche greche, alle quali giustamente girano i cosiddetti, ed ad secundis le formiche del resto del continente, che devono contribuire al salvataggio dello stato-cicala greco, che comunque é stato creato dalle cicale greche, non da quelle tedesche. Anche se, come verrá fatto notare, immagino, ancorché ORIGINARIAMENTE non voluto (forse) dalle cicale tedesche (o chi per loro, parliamo sempre della Germania perché de facto é lo Stato piú importante dell'Unione), poi tali cicale (anzi, non piú cicale, bensí "detentori del capitale") han forse iniziato a pensare che un tale stato di cose poteva tornar loro buono, aiutando le cicale greche a far diventare la Grecia uno stato-cicala per poi accaparrarsi quanto piú possibile a prezzi di svendita. ALmeno, questo é quanto c'ho capito io fino ad ora, quindi forse niente... Ad ogni modo, per quanto riguarda non la soluzione della situazione, bensí la sua origine,la colpa di tutto ció non é forse non giá dell'Europa o del capitale o chi per essi,bensí NOSTRA, ovvero delle cicale tra noi, di quelle che abbiamo scelto per dirigerci, che si sono fatte scegliere per le loro politiche nepotistico-clientelari, facendo leva sul nostro senso cical-sudistico del magna e fotti, quanto piú ciascuno puó per il livello di propria competenza? Quindi,azzardo, é comprensibile che alla formica tedesca girino i cosiddetti per il suo dover contribuire al salvataggio degli stati-cicala del sud, voluti dalle cicale del sud con il contributo interessato delle altre cicale (vedasi il citato contributo Goldman-Sachs alla falsificazione dei conti greci), MA, in ultima analisi, la situazione esistente non é stata creata da "noi" stessi, (dato che ognuno segue la filosofia enunciata dallo spietato ratto Cornelius ne "Brisby e il segreto di Nihm", ovvero "arraffa tutto ció che puoi, finché puoi") sia pure con l'avallo non disinteressato dei detentori del grande capitale? Questo é un dato che,sia pur secondo me reale, non viene citato nei vari post e sarebbe forse meglio accettarlo come reale, Michele. O no?
Ciao!
Davide Galliolo
P.S. scusate se ci sono errori o alcune cose non si comprendono facilmente, ma non ho manco riletto, nonostante il fuso anche qui sono le 23 e me ne vag'a dormr...