giovedì 5 aprile 2012

La Casta siamo tutti noi



Sapete perché ancora non c’è stata una rivolta violenta in Italia? Sapete perché la Fornero può dichiarare: “Sugli esodati i numeri che sono circolati non ci permettono di dare una risposta a tutti» senza che questo faccia scattare nulla di concreto se non le classiche “prese di posizione” dove non capisco mai cosa bisogna prendere e quale posizione si debba tenere (credo che i 90° piacciano parecchio a sto nuovo governo, come pure a quelli precedenti)?
Chiedo nuovamente, lo sapete perché il potere può dire e fare tutto ciò che vuole senza che venga scalfito in maniera visibile dal Po-po-lo? Perché ci arrabattiamo nell’ignoranza, sguazziamo in un putridume fatto di mistificazione, stupidaggini e mal costume. In tv ci parlano della Casta, bene, bello, qualcuno si incazza, spara a zero sul primo politico che trova, dice che sono tutti uguali e finisce sempre col: “I dovaria ndare tutti casa!!!”. Bene, bello, bravo, guardiamo Ballarò, l’Infedele, Presadiretta, Servizio Pubblico, ormai contiamo i peli del naso alla Casta ma non cambia nulla. E allora di nuovo, lo sapete perché nulla cambia? Ve lo siete mai chiesto? Perché Travaglio fa 5000 inchieste, perché stampano quintali di carta o perché scrivono kilometri di blog e non cambia mai un cazzo? Perché il Po-po-lo che tutti (compresi noi stessi) vogliono difendere esce sempre perdente e maltrattato?
Perché la Casta siamo noi, resi ormai degli invertebrati dall’indignazione che dura il tempo di una manifestazione di piazza o la distruzione di uno sportello di banca. Michele dai non dire stronzate, la Casta sta in Parlamento, è ovvio!!! E invece no, NOI siamo la casta, NOI che non riconosciamo nemmeno la violenza fatta alla nostra democrazia e alla Costituzione, noi ipocriti che condanniamo Berlusconi ma ci turiamo il naso davanti a chi ci ha espropriato della nostra sovranità (buttare una occhiata al centrosinistra prego). Siamo NOI quelli che evadono le tasse, siamo noi che consumiamo in modo acritico, siamo noi che cambiamo pc e cellulare una volta l’anno senza sapere che dentro questi aggeggi c’è il Coltan, che si estrae solo in Congo, un Paese viene massacrato dalle multinazionali che producono elettronica. La Casta sono io e mi faccio uno schifo tremendo, la Casta siamo tutti noi che diciamo che la colpa è sempre di qualcun altro. La Casta siamo noi che non ci accorgiamo della guerra in atto verso i nostri diritti, che non comprendiamo che i partiti sono talmente compromessi e distorti che continuano ad ingannarci. La Lega ad esempio gridando ad una Europa in mano ai banchieri ma votando nel 2008 il Trattato di Lisbona che ci ha trascinato indietro di 400 anni. O il PD che si schiera senza se e senza ma dalla parte dell’Europa senza voler capire la tragedia in atto e tacendo davanti alla distruzione di milioni di persone. La Casta siamo noi che permettiamo di farci prendere per il culo. La Casta siamo noi che chiediamo il massimo della severità morale agli altri, ma poi non paghiamo l’Iva o le tasse o andiamo per strada a prender su qualche ragazzina straniera. Dove sta la nostra moralità? È a tempo determinato? O siete anche voi di quelli che praticano il gioco: “Eh vabbè dai, lo fan anche gli altri!?
Non mi tiro fuori, anzi ci sono dentro fino al collo pure io, non sono senza peccato e non scaglio la prima pietra. Ma mi chiedo se la misura non sia colma per farci capire l’estrema gravità della situazione. È decisamente più facile inveire alla Beppe Grillo, o scrivere su facebook per metterci a posto la coscienza e andare a letto sereni pensando di essere dalla parte giusta. Perché in un’epoca dove l’informazione è immediata e totale siamo ridotti così male da non riconoscere i nostri veri carnefici e soprattutto non riconoscere le vere alternative a questo massacro sociale ed economico. Stiamo mantenendo in vita un sistema malato, deregolamentato e deresponsabilizzato principalmente perché crediamo di poter raggiungere quello che vediamo in tv o nei giornali scandalisti che troviamo dal parrucchiere. La nostra chimera, il nostro sogno (non per tutti ma per molti) è quello, è l’agiatezza, la visibilità e il nostro sistema mass-mediatico spinge a 1000 all’ora questa idea.
Il fatto è che le alternative ci sono, esistono e sono praticate, ma bisogna studiarle, capirle e fare quel lavoro oscuro di divulgazione capillare che non stiamo facendo. Bisogna che spegniamo la tv, buttiamo via i giornali e ci creiamo la nostra verità, la nostra realtà, guardando la gente in faccia e scendendo in strada a vedere quello che succede. Io da un po’ di tempo lo sto facendo, non chiedo più alla gente dell’ultimo film o dell’ultimo pc acquistato, chiedo come va, come stanno e mi accorgo che dietro una apparente fiducia e contentezza si nascondono ansie, timori, stanchezza di quello che si vede, sfiducia nel futuro. Non guardo alle sfighe, guardo a quello che non va per dare una alternativa alle persone che conosco, a chi mi sta li ad ascoltare il sabato sera a parlare di argomenti tosti, a chi legge questo blog. Non posso parlare a tutti e come già detto non mi tiro fuori da questa critica a noi stessi. Mi faccio schifo perché devo fare molto di più, perché io sono la Casta con le mie piccole furberie, con i miei piccoli: “Ma si tanto cosa vuoi che cambi, ma si tanto cosa posso fare?” E invece abbiamo un potere enorme, ma dobbiamo essere consapevoli, essere uniti, essere pazienti ed estremamente informati su cosa ci può salvare la vita. E secondo me la vita ce la salva l’economia, ma non la finanza speculativa, l’economia reale, dare un lavoro a tutti, decidere quali sono i bisogni primari e darli a tutti, rendere pubblici i servizi che sono stati privatizzati e che sono diritti dell’uomo, salvaguardare l’ambiente, sicuramente lavorare meno e dare più spazio alla qualità della vita. Lo dobbiamo fare altrimenti “moriremo” come Casta, che è la peggior cosa in assoluto.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bella incazzatura, buona come provocazione.Romeo

Diego ha detto...

parafrasando il tuo bell'articolo, il cambiamento deve partire dal basso, da ogni uno, è una questione personale. Bravo Mit.