domenica 29 luglio 2012

Da sempre, per sempre!

Da sempre, per sempre! Come se nulla fosse cambiato, da sempre e per sempre. Una istantanea dal passato, vista nel presente e che ti apre domande per il futuro. Una foto scolpita nella roccia del tempo, roccia dura, impenetrabile, anzi talmente resistente che riaffiora sul pelo dei pensieri. Basta uno sguardo e la mente viaggia, sensazioni, luoghi, odori, colori, suoni. Tutto in un colpo solo come se si venisse trascinati indietro di circa 25 anni. Viaggio quasi doloroso per l’intensità che mi suscita ma estasiante, da lasciare a bocca aperta. È la storia della vita che ci lega, che crea un filo sottile ma indistruttibile, un filo talmente forte che emana luce.
La storia di una vita, immortalata in questa foto, che sembra nascere dal nulla, come se ci fosse sempre stata per perdersi nel futuro. Da sempre, per sempre. E si, tutto cambia perché tutto rimanga esattamente identico. Ha circa 25 anni questa foto, Devis, Simone, io, Diego, Giancarlo e mio fratello Alessandro. La muretta che serviva come trampolino per scavalcare la rete, abbondantemente piegata per andare nei campi di Ambrosini a giocare a calcio o a fare le gare di corsa tra “e bae de fen”. E quei sapori irripetibili, la terra umida e fredda dell’inverno che ti penetrava sotto la tuta, il profumo fresco dell’erba appena tagliata in primavera che ti veniva voglia di rotolarti per ore. O ancora la terra bruciata d’estate. Sempre insieme da sempre e per sempre, come se fosse realmente impossibile slegarsi da certi posti, da certe persone da certe sensazioni che ti sono entrate nella testa e nella carne. Dove partite a ping pong duravano ore e il rispetto per il più piccolo veniva tralasciato perché vincere contava più di tutto e le cene di condominio sembravano sagre paesane con carne ai ferri, parapampoli e la Romilda che sorpassati i 70 fumava e beveva come un camionista turco. Era tutto dannatamente semplice e condiviso e tutto si ripeteva con un regolarità impressionante. Le esperienze tramandate, i comportamenti copiati e le storie ascoltate attraverso le parole dei più vecchi. Da sempre e per sempre. Si andava tutti al parco a giocare a calcio nonostante ci buttassero i vetri sull’erba perché facevamo troppo casino, si facevano i rifugi sotto gli alberi e quando diluviava tutti sotto, bagnati fradici ma contenti di non dover abbandonare il campo. Chi abbandonava per andare a casa era un codardo. Come la pioggia passava, tutti fuori a giocare sul fango, per la gioia della mamma che ti vedeva arrivare a casa talmente scuro che sembrava fossi stato in stalla. Erano gli anni 80, quelli dei calzetti sempre troppo alti e le braghette sempre troppo corte, delle magliette col collo sempre troppo largo e delle tute con le toppe. Niente ipod, iphone, niente twitter e facebook, niente internet, la tecnologia era una tv in bianco e nero senza telecomando e una radio enorme dove ascoltare Michael Jackson e ballare sopra la sedia. Le estati infinte dove non si usciva mai prima delle 4 e non si rientrava finchè la mamma non urlava dalla finestra: “Michellleeeeee, zè prontttoooo”. Papà arrivava a casa e sembrava arrivasse l’imperatore. Erano gli anni che dopo cena ci si metteva in terrazza con i libri sulle costellazioni e papà te le mostrava tutte e a volte si arrivava a parlare di filosofia. Ricordi stupendi, della voce sicura di papà che mentre lui parlava te pensavi: “è invincibile, un po’ come Superman”. Gli anni in cui al sabato mattina si aspettava il furgone del panettiere che ti portava il pane all’olio ancora caldo e appena te lo dava andavano sotto il portico a mangiarlo. Erano gli anni prima del bum tecnologico e noi li abbiamo vissuti e sono stati bellissimi. Anni che sono passati lentamente assaporati fino in fondo, gustati fino al nocciolo ed è per questo che almeno per me tutti questi ricordi sono così vividi. Erano gli anni delle ferie ad agosto in montagna nella casa del prete con tutti gli amici. Si partiva in 3-4 macchine, cariche all’inverosimile. E non è semplice nostalgia, no è orgoglio di aver vissuto quegli anni, con quelle persone che rappresentano di fatto quello che sono ora. No, non la perfezione perché nessuno è perfetto, ma quelle persone (specialmente quelle che vedete nella foto) sono state perfette assieme, hanno rappresentato il miglior modo che avevo di crescere e imparare. Da sempre, per sempre! Ancora oggi è esattamente tutto così, basta fare un giro in negozio da Diego, trovare Gianca al torneo in paese o trovare mio fratello a cena o ad un compleanno e tutto torna ad essere esattamente come 25 anni fa. Io rimango sempre quello più piccolo che pende dalla labbra dei più grandi e che prova un rispetto enorme. Uno sguardo, un sorriso, una chiacchierata, è sufficiente questo per far riaffiorare il passato, per unire per l’ennesima volta le nostre vite ora così diverse. Sarà così per sempre, da sempre. Ci sono troppi insegnamenti da cogliere, ma quello che rimane più in profondità è che la vita è una fisarmonica, la gente si avvicina, si allontana ma se lo strumento è in perfette condizioni la melodia esce soave. E vale così per noi, ci si avvicina, ci si allontana, non ci si vede o non ci si sente per anni, ma basta un nulla per far riaffiorare quel filo che ci lega. E la melodia sarà sempre la stessa. Da sempre, per sempre!!!

1 commento:

Diego ha detto...

Bell'articolo. È il bello del tempo che passa che, in collaborazione con la memoria che qualcosa cancella, ti lascia ricordi, profumi e sapori che sembra non ci siano più adesso. Bello aver condiviso quei momenti, e condividere quelli di adesso, anche se non con le stesse modalità di una volta. Grande Mit!