venerdì 25 gennaio 2013

Monte dei Paschi di Siena e gli scricchiolii dei banchieri

Si odono scricchiolii sinistri dal mondo bancario. C’è una banca messa male, anzi piuttosto male e il panico viaggia veloce, le notizie si faticano a contenere. Mi permetto in questo marasma di porre l’accento su due questioni a mio avviso centrali nella questione Monte dei Paschi di Siena. Non entro nella questione politica, a fine articolo trovate link e informazioni per approfondire la questione, per capire chi nomina chi, chi controlla cosa. A me interessano 2 temi di carattere generale, ma fondamentali per capire l’ipocrisia, le balle che ci vanno raccontando i vari attori di questa saga. Un paio di numeri, MPS ha ricevuto 23 miliardi da Mario Draghi con un tasso all’1% che sono serviti a comperare titoli del debito pubblico italiano al tasso del 5%. MPS ha inoltre ricevuto un prestito (Tremonti-Monti bond) per un importo di 3,9 miliardi al tasso del 9%. L’amministratore delegato Alessandro Profumo è indagato per frode fiscale per un importo di 700 milioni di euro. Mario Monti che ha garantito e avvallato il prestito di 3,9 miliardi (soldi nostri), ai tempi della sua carriere europea era a capo di una commissione (Commissione Santer) dalla quale sono spariti nel nulla 7.000 miliardi delle vecchie lire. Ora, i 3,9 miliardi di euro di soldi dei cittadini italiani ci fanno volenti o nolenti soci di una banca praticamente fallita. Questi continui prestiti permettono a MPS di continuare a fare operazioni sui derivati che l’hanno condotta in questo burrone. Quali sono le questioni che voglio porre? Prima, perché a questi signori è permesso fare di tutto, distruggere l’economia reale, distruggere posti di lavoro, mettere sul lastrico gli imprenditori, giocare con i derivati sapendo che sono prodotti ad altissimo rischio, frodare il fisco, piagnucolare aiuti che noi poi paghiamo carissimo? Perché viene concesso tutto senza che non si sappia mai chi doveva controllare? Perché loro si, e allo Stato no? Perché in Costituzione hanno inserito il pareggio di bilancio quando già da anni lo stato italiano è in forte surplus primario di bilancio (tra i migliori d’Europa)? Perché l’impronta pubblica deve essere dimezzata in 20 anni grazie al Fiscal Compact? Perché è necessario far dimagrire lo Stato, senza porsi una minima domanda sulla capacità distruttiva di certi prodotti finanziari? Seconda questione, perché non nazionalizzare direttamente MPS? Ci costerebbe meno di tutti i prestiti concessi, e soprattutto secondo il Trattato di Maastricht, una volta nazionalizzata una banca internazionale potremmo come stato finanziare la nostra spesa pubblica al tasso di sconto della BCE (oggi allo 0,75%) anziché all’attuale 4,5-5% (pagato sui BOT a 10 anni). Nazionalizzando MPS sistemeremo in poco tempo il problema degli interessi sul debito, liberando risorse enormi per l’economia reale, per la cultura, la scuola, la ricerca, lo sport. Riassumendo, abbiamo un consiglio di amministrazione di MPS che con le sue decisioni ha ridotto il personale, contratto l’accesso al credito, contratto l’economia, messo in crisi le casse statali e praticamente ogni cittadino italiano, eppure il brutto e cattivo è la spesa pubblica che va fatta sparire. Potrebbe il governo nazionalizzare MPS e rimettere in piedi la nostra economia, ma continua a non farlo. Perché? Credo la risposta sia molto semplice, il governo attuale non lavora a favore dei cittadini italiani e non ne difende i diritti. Lavora per qualcun altro, a cui ha detto: “Tranquilli, garantiamo noi i vostri soldi, non perderete un centesimo”. Chi sono questi signori? Oh, facile, chi detiene il nostro debito pubblico sul quale paghiamo miliardi di interessi. http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=11383

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