giovedì 25 aprile 2013

Discussione tra fratelli e il grande inganno delle tasse....

È il 25 aprile, casa Cogno imbandita con ogni ben di Dio, tagliata cotta a puntino, patate al forno, insalata fresca e chi più ne ha più ne metta. Si festeggia con ritardo il compleanno di papà Romeo. Ci siamo tutti, mio fratello con famiglia, Marta ed io e ovviamente il festeggiato e mamma Giovanna. Serata splendida, fuori dalla finestra un bel sole rosso che si accascia silenzioso dietro le montagne e quel profumo di primavera appena accennato che mi accoglie appena metto fuori la testa in terrazza. Si mangia, si ride, si scherza, si fanno discorsi seri, si sogna con le storie di quando eravamo piccoli, si parla di quello andato in Australia che ce l’ha fatta. Insomma un po’ di tutto come credo siano le rimpatriate famigliari. Ma mio fratello va oltre. Molto oltre. Siamo sul divano, i bimbi con un occhio su e uno già guardano la tv, papà Romeo in un angolo. E tra soli uomini tre sono i discorsi: calcio, donne e politica. Niente calcio perché è festa, niente donne perché il cuore è già stato conquistato anni fa per tutti noi. Resta la politica. Ale (mio fratello) attacca: “Oh Miky, ma Letta?, risposta tra il sorpreso e il deluso: “No Ale varda, assa perdare, Letta el xè el peso del peso, uomo Aspen, Trilaterale, Bilderberg, Commissione Europea per l’entrata dell’euro. E po’ el gà scritto un libro “Morire per Maastricht”, questo zè el peso presidente possibile, fidate”. E sembra finita li la discussione, ma mio fratello tira fuori la chicca della serata: “Si ma mi digo, el PDL parla solo de restituire l’IMU. Mi non go mia problemi a pagare l’IMU, me va ben pagare le tasse, però poi le scuole le deve essere statali, e non costarme na follia, gli asili lo stesso, la sanità completamente gratuita. Poe sembrare l’idea comunista, ma mi penso che ghe demo el giusto a tutti, così tutti almeno parte sullo stesso piano”. Mentre lo ascoltavo mi sentivo come nella scena finale di un film quando il buono sconfigge il cattivo, c’è la scena a rallentatore, la musica trionfale. Primo pensiero: mio fratello è un genio. Secondo pensiero: cazzo, mio fratello è un pericoloso comunista. Terzo pensiero: mio fratello ha capito senza averlo capito (poi ve la spiego) il nocciolo del problema. Ovvero, a cosa servono le tasse? Ecco parliamone. Ci dicono: “Le tasse servono per pagare i servizi”. Falso. Perché? Perché visto che le tasse continuano ad aumentare dovremmo quindi avere migliori o più servizi. E questo è decisamente falso. Abbiamo la CASTA che spreca le nostre tasse. Vero, in parte, perché per primo la Casta in percentuale sulla spesa pubblica conta pochissimo. Che poi faccia schifo e che sprechi su questo sono perfettamente d’accordo. Ma è come se qualcuno mi venisse a dire: “Michele, ma ti rendi conto, spendi 100 euro al mese in caramelle” e io gli rispondessi: “Ciccio, ne guadano 10.000, si magari mangio troppe caramelle, ma il mio bilancio è perfettamente sotto controllo”. Poi, per dirla tutta, non spendo 100 euro in caramelle e soprattutto non guadagno 10.000 euro al mese. Era un esempio. Altro esempio. Anno 0 della repubblica italiana. Il governo ha appena fatto una legge con la quale impone come moneta la “lira”. E sempre per esempio dice che fissa una tassa del 10% su tutti gli stipendi. In questo giro è intrinseco il concetto che se lo Stato vuole che paghi le tasse, bè prima deve darmi dei soldi con i quali pagarle. Mi pare ovvio. Non posso pagare qualcosa con una moneta che no ho. Chiaro? Quindi uno Stato con moneta sovrana (come eravamo prima dell’euro) inventa la sua moneta dal nulla e la utilizza per sostenere la spesa pubblica. Si signori, crea dal nulla dei pezzi di carta e li da ai lavoratori che poi la utilizzano, la spendono e ci pagano le tasse. Dentro a questo banale esempio (che poi banale non lo è perché funziona veramente così) vi spiego che prima uno Stato emette moneta (spende a deficit) e solo dopo riscuote le tasse. Uno Stato quindi per finanziare la sua spesa pubblica non attende che gli ridate indietro i soldi tramite le tasse, semplicemente li inventa dal nulla e ve li da. Anche perché, facciamo l’ipotesi che nell’anno 0, il governo italiano decide di emettere moneta per 100.000 lire. A fine anno riscuote tasse per il 10%, quindi 10.000 lire. Se fosse vero che le tasse pagano i servizi, lo Stato potrebbe spendere solo 10.000. Ma l’anno dopo le tasse sarebbero 1.000 lire (10% di 10.000) e via così. Non è logico, non succede questo. Succede invece che uno Stato a moneta sovrana può sempre spendere prima di incassare le tasse, per il fatto che la moneta se la può inventare. A cosa servono le nostre tasse oggi con l’euro? A garantire il debito pubblico. E visto che il debito pubblico continua a salire per colpa degli interessi (e non della spesa pubblica) le nostre tasse continueranno a crescere. Ogni stato che ha adottato l’euro, non può più inventarsi la moneta, ma la deve chiedere alle grandi banche nazionali e questo limita il potere del governo, limita la democrazia. In sostanza voi pagate le tasse per permettere ai detentori di titoli di stato italiani di ricevere un interesse. Servizi pubblici e tasse non hanno un legame così ferreo. È ferreo invece il legame aumento del debito pubblico, aumento delle tasse. Questo legame è davanti ai nostri occhi. Cosa significa tutto questo? Che chi vi impone i sacrifici a suon di tasse vi sta mentendo, che chi vi dice che recupererà il gettito fiscale dall’evasione per dare più servizi, riduzione delle tasse vi sta mentendo. Le vostre tasse ingrassano tramite il prelievo pubblico, le tasche di chi detiene il nostro debito pubblico. Chi detiene la più larga fetta del nostro debito pubblico? Dai che è facile. Mio fratello senza aver mai preso in mano un libro di economia politica o di macro economia ha capito al volo che c’è qualcosa che non torna, che ci stanno prendendo in giro. No, mio fratello non è un genio con doti di veggenza e nemmeno uno stupido. È una persona che guarda la realtà, si fa delle domande e capisce con gli strumenti che ha a disposizione che c’è qualcosa che non va. Da come ha posto lui la questione, ho capito che l’economia è molto semplice da capire se c’è l’intenzione di farla capire. Se siamo arrivato a questo punto, con una crisi economica disastrosa, significa che qualcuno ci ha nascosto il vero significato dell’economia. Ecco perché mio fratello ha capito, senza averlo capito dove sta il problema.

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